domenica 22 dicembre 2013

Solstizio di inverno

Inverno.
L'inverno.
L'inverno è arrivato da qualcosa come un paio d'ore. Affondo nella schiuma della mia vasca da bagno per scaldare la notte più lunga. Chiudo gli occhi e percorro distanze infinite di buio e pioggia.
Una canzone a basso volume. Una portiera sbattuta per strada. Passi al piano di sopra. Acqua bollente intorno e profumo di sapone. Una risata.
Se chiudo gli occhi. 
Se chiudo gli occhi e non penso a niente posso andare più lontano. Oltre la pioggia e i lampioni, più in alto, c'è una notte limpida di freddo e stelle. Se chiudo gli occhi e non penso a niente non esiste che questa lunghissima notte. La prima notte di inverno. E io sono viva e respiro. 
Sono viva.
E respiro.
Respiro.
Il profumo di sapone si mischia all'odore di questa notte gelata. Al mio odore. Al mio sapore in bocca. La mia pelle ruba calore all'acqua bollente e lo cede all'inverno. Sono qui ma anche lontana, in una notte di freddo e stelle. La prima notte di inverno. 
Non penso a niente.
Non penso a niente.
Respiro.
Ascolto solo me stessa. Ascolto. Cerco, in fondo alla notte, le mie risposte. Trovo parole nuove, suoni inaspettati e lievi che, d'un tratto, fanno esplodere la notte. Luce come fosse giorno. Calore sul viso. Come se riuscissi per un attimo ad afferrarne il senso, a capire dove è il posto dove devo andare. No. Dove voglio andare.
Respiro.
Respiro.
La prima notte d'inverno l'acqua calda si fa troppo presto tiepida. Ed è già ora di tornare. Pioggia sottile fuori dai vetri, asfalto bagnato. Il vapore che ha coperto lo specchio. Spengo la musica. Prendo l'asciugamano.
Vieni a letto?
Arrivo.


mercoledì 21 novembre 2012

La fine del giorno (disoccupato)

Accade. Di non avere voglia.

La voglia di sedersi ed iniziare a cercare le parole e la punteggiatura, metterle in fila. Scrivere e cancellare.  Rileggere. Pensare e ripensare, vivere e rivivere.Accade di riuscire solo ad aspettare. Semplicemente attendere. In silenzio, in mezzo al foglio bianco. Magari farci solo un puntino. Tanto per.

.

Tralascerò i fatti quindi. Fatti e pensieri correlati. Ipotesi e conclusioni. Supposizioni. Premesse varie. Mi limiterò alle impressioni. Impressioni di novembre.
Perché è novembre, infine. Un novembre limpido e pieno di sole e azzurri cieli autunnali. Fa presto buio la sera. Torno a casa dentro le scarpette modella glutei di cui sto abusando e la casa è silenziosa dietro al porta chiusa. Tutto in ordine. Tutto al suo posto. 
Silenziosa dei miei passi scalzi e della musica quando la accendo. Del libri sugli scaffali e della coperta appoggiata sulla poltrona. La sera sempre consola, è la luce del mattino a ferire come un coltello.
Consola la luce accesa della cucina mentre tento di cuocere uno sperimentale hamburger vegetale. Consola aspettarti con il tg regionale in sottofondo. Consola sapere che è tardi e che posso essere libera di non aspettarmi più nulla da questa giornata. Consola l'odore del bagnoschiuma e la sensazione del pigiama addosso. Consola chiudere le persiane e buonanotte. E c'è ancora tempo perché sia domani.



mercoledì 24 ottobre 2012

15 ottobre

Nota 1. La stazione centrale e' bella. Ma alle sei di un giorno d'ottobre, dopo che il vento e la pioggia hanno riempito la notte e la città, e' bellissima. È bella da scriverci una canzone, da farci una foto, da imprimersela negli occhi a forza. È bella da farti desiderare di avere poesia abbastanza da poter non fare altro che il poeta per tutto il tempo che ti rimane.
...
Sotto un'alba grigia come acciaio ho abbandonato questa pianura bagnata, addormentandomi. Dormendo come si dorme sui sedili dei treni, con il collo innaturalmente piegato e le gambe costrette. Dormendo senza dormire, sognando senza sognare. Per svegliarmi oltre gli Appennini, verso Roma. Col sole fuori dai vetri. Dannata capitale! Tu che allunghi le gambe al sole, a scaldarle pigramente sotto questa luce eterna. 
Beware. Sto arrivando e di questi tempi non porto altro che pioggia e vento. Non porto con me che autunno.
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Stivali ed ombrello in coda per un taxi, sotto questo sole che si fa beffe delle previsioni del tempo e del mio cappottino di lana blu. Conosco la strada e forse conosco già anche le parole.
Piove. Mentre guardo i visi sconosciuti e conosciuti seduti attorno al tavolo. Le voci. Non vorrei ma mi sento già altrove. Lo vorrei ancora meno ma forse desidero essere altrove.
...
Quando esco e' già tornato il sole. La città non è caduta sotto gli autunnali colpi delle mie ciglia. Mi saluta assolata come mi ha accolta. Indifferente.
Penso pensieri precisi ed affilati come rasoi. Come rasoi. So quale è la strada. Ma non so se ho la forza di iniziare a camminare. Eppure ho ascoltato la verità che è dentro le mezze verità e non mi può bastare.
...
Nota 2. La stazione centrale e' piena alle otto della sera. Milano e' fredda e le strade sono nere e lucide di pioggia. Sento male come ti può far male l'ingiustizia, l'impotenza. Mi sento sola come ti fa sentire sola tutta questa gente. Che chissà che pensa mentre aspetta e aspetta treni in ritardo per tornare a casa. E chissà dove è casa e chissà là chi aspetta. Scendo le scale ed esco fuori nell'aria fredda, sotto quel portico bianco e immenso che ancora una volta mi fa desiderare di scrivere una canzone, fare una foto, scovarmi dentro abbastanza poesia da poter non fare altro che il poeta. Per tutto il tempo che mi rimane. 

giovedì 13 settembre 2012

Higashi no Eden

Washington d.c., fronte casa bianca. Un ragazzo nudo con un cellulare e una pistola ed una ragazza con un cappotto rosso ed una valigia. Inizia così Higashi no Eden, prima di cedere il posto alla titol track degli oasis. 
11 ipisodi la serie e 2 film in coda.
Non male. Mi manca il secondo film, Paradise lost, al quale mi dedicherò stasera.
Merita. L'eta dei personaggi e' insolita per un anime e la trama sfugge ai consueti schemi. Una ragazza, Saki,  sfugge all'insostenibilità dell'incertezza che segue il termine degli anni universitari (e chi non ne sa qualcosa?!) e fa un viaggio negli USA dove incontra il nostro eroe, Akira, un ragazzo senza memoria, nudo e con una pistola, che alla prima occhiata ci appare come un terrorista.
Ma sarà così?
La ricerca della memoria perduta di Akira ha sullo sfondo il Giappone inquieto dei need e ferito dai crateri di uno "sconsiderato" attacco missilistico. Il migliore dei dodici selesao riuscira' a salvare il Giappone o spenderà' i suoi miliardi di yen per farlo a pezzi?
La trama ha un ritmo altalenante e personalmente ho apprezzato i rallentamenti piu delle accelerazioni. Il tempo lento delle attese e dei dettagli, che poi e' il tempo della vita reale. 
Perché la trama principale fatta delle regole della selesao, delle richieste impossibili soddisfatte da juiz e della mission impossibile di salvare il Giappone poggia su uno sfondo realistico e reale che e', a mia giudizio, la vera forza della storia. 
L'insoddisfazioe di Saki, i suoi colloqui fallimentari, la frustrazione di vivere alle spalle della sorella e del cognato, l'incertezza sua e dei need di Eden of East, combattuti tra i propri progetti e le sirene di una vita ordinaria (ed una volta realizzato il proprio progetto non rischiano essi stessi di diventare del tutto simili a ciò cui sono fuggiti? E' forse l'unico modo per sopravvivere in un paese che, tra le altre cose, ha messo una tassa del 100% sulle eredita') danno alla storia quel valore aggiunto che ti fa desiderare di non arrivare alla fine troppo in fretta.
I disegni sono belli. Punto. Ho letto qualche critica per l'aspetto troppo adolescenziale dei personaggi. Ma, mi chiedo, l'adolescenza non e' forse la gabbia della piccola Saki (solo sua?). Una gabbia dorata ma pur sempre una gabbia, chiusa da tanti, troppi lucchetti, le chiavi dei quali si conquistano solo a caro prezzo.
I personaggi quasi sempre riescono ad evitare gli stereotipi onnipresenti negli anime e anche se i caratteri risultano a volte riconoscibili non sono scontati. 
La storia d'amore e', come il resto, tenue. A volte esasperante nel suo nom esprimersi. Ma in fondo possiamo desiderare qualcosa di meglio della scena sul lungomare. Come to my place. Pazienza se poi e' Saki a dover andare su e giù per il mondo a ricordare al suo eroe di essere un eroe.
Voto 9.5



martedì 4 settembre 2012

Settembre

Aria di pioggia, anche se dicono che tornerà l'estate. Nel frattempo il treno passa in mezzo all'autunno nello spazio da qui a Milano. Buongiorno.
Non so se ne ho voglia. Di un'estate bugiarda di settembre. Voglio cose che non posso avere. E il resto che vada o venga come gli pare e piace.
Se domani tornerà il sole appenderò i pensieri fuori ad asciugare. All'aria. Forse poi sarà più facile leggerli e capire cosa vogliono dire. Ora stanno ammucchiati a terra come stracci bagnati. Un peso umido sopra il mio stomaco che soffoca nel non riuscire a capire. Cosa ci vuole per poter stare bene.
La serenità e' un attimo, poi e' il desiderio e la ricerca. O attesa.

Oggi posso solo attendere o lasciarmi perdere dal panico. Provo ad attendere, lasciando da parte i pensieri bagnati. Una cosa alla volta, prima questa giornata poi i panni stesi ad asciugare.