(qualcosa di me. un psoto che amo)
sabato 4 ottobre 2008
un posto che amo
(qualcosa di me. un psoto che amo)
venerdì 3 ottobre 2008
senza calze
Torno a galla dicevo. Lentamente e non senza un pò di stupore. Per gli occhi che si riaprono. E la luce che non me la ricordavo così intesta. Anche se l'apnea dura poche ore sembra sempre durare un'eternità. Lentamente e non senza un pò di imabarazzo.
Ombrellino aperto sotto la pioggia e vento. Va meglio. Potrei persino saltare in una pozzanghera, forse. Così, per divertirmi., per alzare un pò di spruzzi al vento. Certo, se non mi ostinassi ad indossare scarpette dalla punta tonda senza calze...
giovedì 2 ottobre 2008
scrivere sui vetri
Non so nemmeno da cosa o da dove potrei cominciare. Forse dalla mia pancia. La lancetta perversa del malessere. Io ho un serio problema di comunicazione con la mia pancia, siamo due ragazze costrette e vivere in un unico corpo. Si sa come sono le ragazze, un solo palcoscenico è piccolo per due prime donne. Siamo in guerra. E a volte abbiamo giocato sporco persino. Sia io, che lei.
Che poi la pancia è una bella scusa. Nei momenti come ora. E ce ne sono nella vita di momenti così, ma raramente così confusi. Una bella scusa su cui concentrare l'attenzione, le forze e i desideri. Nei momenti come ora dico, quando il resto appare inaffrontabile e totalmente fuori controllo. Posso odiare la mia pancia nella specchio. E pensare che dominandola riprenderei il controllo. E mi sento infinitamente triste perchè so che sono bugie. Assurdità. Perchè non posso finire col crederci di nuovo. E l'eventualità mi fa paura. Ed è paura che si aggiunge a tutta la serie infinita di timori e paure che mi piove addosso. Pioggia.
E sto qui a disegnare cerchi invisbili sui vetri perchè lo so. Che il controllo non esiste. E che forse a volte bisogna lasciarsi semplicemente andare alla deriva per ritrovare la rotta.
E mi sento un pò sola e un pò solitaria in questa sera silenziosa ed elettrica. E tocco la mia pancina e in fondo so che mia. Che siamo la stessa cosa. Che devo volerle bene. Che devo volermi bene. Volermi bene. Vado a casa.
martedì 30 settembre 2008
Shh
...
lunedì 29 settembre 2008
Tuning
Un’immagine a colori. Io. Io so perfettamente di essere a colori. Ma di colpo è come se tutti i colori svanissero, tranne uno. Cioè. Io resto sempre a colori, è la mia vista che lavora in scala di grigi. Segue un attimo di smarrimento in cui mi chiedo dove diavolo siano finiti i miei colori. E poi annego senza ritegno nella marea grigia che si porta dietro questa sensazione. Sbagliata. Come se in effetti fossi sempre stata grigia. E questo è il punto in cui mi trovo. Adesso. In negativo.
Delle due l’una. Posso andare alla deriva. E non ci sarebbe nulla di nuovo visto che questo è un mare dove mi sono spinta molto e molto al largo. Oppure. Posso mettermi a lavorare sulla manopola del tuning. E cercare i colori. E cercare di risintonizzarmi sui mie canali. Oggi.
Navigo piuttosto smarrita in cerca di una buona frequenza, una frequenza libera su cui trasmettermi in 256 colori (almeno). Ci mancava questo. Oggi.