Ultimamente sono insofferente. Fortemente insofferente a molte cose così come sono. Infastidita. E' come se cose che prima sopportavo tranquillamente o semplicettavemente accettavo come fossero la normalità ora siano diventate fastidiose, se non intollerabili. Non posso certo esaurire la questione in questo post, ma vedere venire alla luce punti di vista nuovi, nuovi modi di vedere e di pensare è una sensazione che merita forse qualche riga.
Trovo insopportabile ad esempio la superficialità di certi rapporti, certe idee di amicizia, di tempo da passare insieme, l'idea stessa di insieme, di conoscersi. Non riesco più ad adattarmi a svolgere una vita, diciamo così, sociale come sembra essere normale fare. Le questioni sono due: sto invecchiando o semplicemente ho iniziato ad assecondare più le mie naturali inclinazioni.
Dico un sacco di no, lo ammetto. Sono sempre meno le persone con cui mi fa davvero piacere passare del tempo. Sono una stronza. Per anni, per un'adolescenza intera e oltre, ho vissuto come un dovere certe serate, un certo senso del gruppo, vestiti, locali, e il resto. Per anni mi sono adattata al contesto e non mi è mai piaciuto. Un grande spreco di tempo. Non sopporto di infilarmi tra le coperte tornata a casa tardi, spegnere la luce e sentire di avere sprecato il mio tempo. Come se di tempo ce ne fosse in eccesso. E così evito, e così faccio ciò che mi fa star bene. Assecondo quella che sono io.
Senza sentirmi particolarmente in colpa per il declinare inviti di circostanza di presunti amici che in realtà sono illustri sconosciuti. Senza timore che essere come sono possa essere sbagliato. Senza timore di essere una stronza per il desiderare di essere sommersa dalla banalità di certi contesti, di quel senso comune di accettare la banalità come l'unico modo possibile o, peggio, come indispensabile.
Credo che conoscere gente, idee, modi pensare sia una ricchezza. Penso anche se qualcosa ti toglie il fiato tu debba capire che non fa per te.
Un'altra cosa che questa mattina in particolare trovo insopportabile sono i gruppi di facebook. Tutti pronti a condividere passioni, ideali, idee per le frazioni di secondo necessarie a fare click, per poi dimenticarsene completamente. Non è che voglio farne un discorso generale, ma la vuotezza di questo modo di concepire la comunanza di idee mi nausea. Va beh, era solo una cosa a cui pensavo.
Forse è solo l'inizio della mia trasmutazione in acida zitella quasi trentenne. O anche no.