giovedì 12 febbraio 2009

Qualcosa di me

Ho ventinove anni. Ventitre dei quali passati sui libri. Gli ultimi dieci in università. Gli ultimi cinque per specializzarmi dopo la laurea. Gli ultimi tre nella ricerca. Non sono la migliore ma mi do da fare. Sono flessibile, mi entusiasmo facilmente, amo le cose nuove, le sfide, mettermi alla prova. Trovo che questa sia la mia giusta dimensione. Tuttavia in tempi come i nostri la parola ricerca suona come qualcosa di proibito, irragiungibile. Così ora mi approccio al mondo del lavoro. E in relazione a questo credo di aver passato i giorni peggior della mia vita. Ho ricevuto una proposta di quelle che 'non si possono rifiutare' e alla fine ho rifiutato. Ho deciso di prendere un pò di tempo. Per cercare, riflettere, venirne a capo. Di prendermi il rischio di rifiutare un lavoro, seppur sottopagato e deprimente. Questo mi ha causato nottate di mal di stomaco e giornate di mal di testa ed irritazioni cutanee. Decidere non è mai facile. Soprattuto per chi come me trova difficile valutare se stesso e stabilire il proprio prezzo. A quanto posso vendere i miei sogni e i miei desideri? Stavolta non era abbastanza. Rifiuto, ed è una decisione difficile. Fa pura scegliere il nulla e l'incertezza. Fa paura dire di no, rischiare di pentirsi, non cercare neppure un tiepido compromesso. Fa paura non avere la minima idea di cosa ne sarà di me.

3 commenti:

buИCiA ha detto...

hai fatto la scelta migliore, onigiri. a parer mio, è stata la migliore.
i compromessi vanno bene fino ad un certo punto. a volte bisogna saper sceglier anche a favore della propria dignità. e penso che tu lo abbia fatto.
l'altra opzione, probabilmente, ti avrebbe causato altrettanti mal di testa e mal di stomaco.
hai fatto la scelta migliore.

[e, ricorda, che in mancanza di lavoro, c'è sempre il nostro sushi veg bar! ;)]

Dado ha detto...

non ti colpevolizzare...nella mia umilissima carriera, che sto costruendo principalmente con i muscoli e l'entusiasmo (non con il sapere e il cervello...almeno non come strumenti primari!), ho passato molte volte un cosidetto "bivio"
Cosa fare?
E' molto soggettiva come decisione e nessuno può giudicarla se non te stessa...io ascolto parecchio il mio stomaco...quello, e le sensazioni che mi da, mi hanno sempre aiutato nel prendere la decisione che volevo...molti lo chiamano stomaco...altri istinto...beh...io devo ringraziare solo lui se ho fatto quella poca strada, fino a qui..e ora continuo...guardando l'esatto momento che sto vivendo e l'ostacolo che mi piomba addosso...n.b. prima ho scritto "prendere la decisione che VOLEVO" non "la decisione GIUSTA"...l'ho fatto apposta!

enne ha detto...

Se hai scelto senza tentennare è stata sicuramente la scelta giusta. Per ora. Evidentemente sai di meritare di più.