sabato 5 gennaio 2008

stamattina

mi sono svegliata. la casa ancora silenziosa. le lenzuola profumate di bucato. la pioggia sul tetto. il piumone tirato su fino al mento. rannicchiata. immobile. respiro. chiudo gli occhi. li riapro. il mio piccolo albero di natale nell'angolo mi fa chiudere la gola di malinconia. ci siamo.
finito il tempo dell'attesa, la nostalgia dolce delle luci accese e del calore. volato via. in un soffio. rimettere la piccola valigia arancione in cantina. mettere via i miei piccoli addobbi. spegnere le luci. rimettere in ordine. ritornare alle cose vere. richiudo gli occhi.
cosa mi spaventa? cosa mi fa stringere stretta stretta me stessa nel mio gomitolo? ho paura di non farcela, di non essere all'altezza, di sbagliare, di deludere, di cadere, di rompermi in mille pezzi, di perdermi per strada, di non riuscire a fare tutte le cose che devo. respiro.
ho paura di non avere tempo. ho paura di perdere tempo. ho paura di non essere abbastanza forte per tutto. respiro.
la verità è che questa è la vita e non si può fare altro che affrontarla. chiudermi in casa e in me stessa per sfuggire il mondo non fa per me. anche se non nego di averci pensato. qualche volta. ma in fondo la vita è da vivere, se no a che serve.
e così oggi ho disfatto il mio piccolo albero di natale. ho riportato la valigia in cantina. ho rimesso le cose a posto e ho tirato fuori il lavoro da fare. cerco di farcela insomma, di stare in piedi. mi faccio un sorriso. dopotutto, mi dico, non sono così male. provo a crederci davvero. anche se la stanza senza le luci dell'albero sembra maledettamente spoglia.

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