lunedì 1 dicembre 2008

palle di neve


Il cielo bianco sopra e intorno. Il freddo intenso fuori per strada e dentro questa stanza. Le parole superflue. I pensieri fluttuanti nell'aria gelida di questo dicembre. Leggera. Fredda. Incosistente. Come neve. Volteggio nell'aria per appoggiarmi appena sull'asfalto. E scioglermi. Sparire Diventare acqua e scivolare via, per chissà quali percorsi tortuosi e cicli di acque sotterranee e gelo e mare e nuvole e poi magari, forse, di nuovo neve. Dividere il mio corpo nelle minuscole parti dei suoi elementi, e tornare alla terra e al cielo, e poi rinascere di un corpo nuovo e uguale a me. Sento il bisogno, la voglia, di lasciarmi trasportare dal vento, di essere nuvole e pioggia e acqua e poi di nuovo cielo. Sento il richiamo primitivo dei sensi, la corrente emozionale che mi elettrifica le vene. E la ragione, il giudizio, il dovere, il pensiero, sono lo sfondo che mi si muove alle spalle. Il bisogno di lasciarmi sopraffare dalle sensazioni. L'esigenza di perdere la ragione. L'esigenza di sentire il sapore che ha. L'esigenza di guardarmi nel petto con la speranza di trovarci ancora qualcosa. Di ardente. Glaciale. Assoluto. Imperfetto. Spunta il sole. Scioglie la neve. Scende la sera. Congela i pensieri sui marciapiedi. Sono una fata. Una strega. Un angelo. Un'anima dannata.


spegni la luce, contagia il tramonto
hai troppe cose a cui pensare
per esempio che gli alberghi sono navi senza movimento
a quanto guasti dovrai riparare
quante invasioni dobrai contenere
ai fiori che si riproducono nel vento...
(PB)

3 commenti:

Sonic Young ha detto...

chiedi aiuto agli sciamani...
se sei sbranato dai cani

ARIS ha detto...

Questa foto è davvero magica...
mi chiedo se davvero sia neve e non piuttosto il polline degli alberi di notte, forse è lanugine dei soffioni
oppure sono luci natalizie offerte al buio, le lucciole del natale
bella bella bella

Anonimo ha detto...

un'anima, dannata no, questa leggerezza non è di un'anima dannata.