Continua a piovere. Piove da un cielo grigio e tutto uguale. Piove sulle tegole rosse dei tetti. Piove sull’asfalto nero delle strade. Piove davanti al finestrino del treno. Piove sui rami spogli. Piove sulle rotaie del tram. Piove su questa Milano raffreddata di gennaio. Piove sulle mie ciglia. Piove. E più piove e più io mi innamoro di questa pioggia senza fine, di questi giorni senza luce, di questo cielo senza sole. In cui le notti sono sogni ad occhi chiusi nel caldo bozzolo delle coperte e i giorni hanno bisogno di sogni ad occhi aperti per trovare un senso e un compimento. Sotto la pioggia. Gli occhi riflessi dalle pozzanghere mi sussurrano di mondi lontani, riflessi. Un brivido per il freddo dei vestiti umidi. Uno sguardo rapido alla pioggia fuori dai vetri prima di farmi di nuovo avvolgere dalla spirale ipnotica delle cose da fare. Un frammento di sogno prima che fuori sia di nuovo buio e un’altra giornata mi scivoli via dalle mani. Umida. Satura di pioggia. Forse non so che dico.
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