Avrei molto da dire a questa giornata silenziosa. Eppure resto anch’io in silenzio. Ad ascoltare la pioggia. A guardare le nuvole diventare a poco a poco più chiare. Ad ascoltare il mio cuore che batte e il sangue che scivola veloce sotto la pelle. Ascolto la vita che mi vive addosso. Il suono del mio respiro. L’impercettibile battere delle mie ciglia. Faccio scivolare la punta della lingua sulle labbra. Per sentirne il sapore. Per leccare il gusto della mia malinconia dolce amara. È solo un attimo. Sono solo io.
Mi sento così. Tranquilla e silenziosa nella corrente inarrestabile degli eventi. Nel rumore. Nella confusione. Riesco a ritagliare un angolo tutto mio, per me. Nonostante le pressioni, i problemi, le critiche, le aspettative. Mi sembra che tutto possa aspettare. Mi sembra che nulla sia importante al di fuori del mio respiro, dei miei pensieri.
Dopotutto le critiche senza fondamento, senza cuore, possono ferire in ragione di ciò che le muove, ma sono ferite che non fanno male. Cucirmi addosso abiti non miei sarebbe mentire. Non sono mai stata una brava bugiarda e neppure un’attrice di talento. Intreccio con aghi sottili una maglia di lana coi mie colori, con quella che sono. Ed è quella che indosso, ed è l’unica che mi sta bene.
Se fossi meno insicura, meno fragile, forse riuscirei a dare alle critiche il peso che meritano. Se credessi in me stessa non starei qui a scrutarmi cercando di scorgere segni di povertà intellettuale o di ristrettezza di vedute. So quello che ho dentro e oggi voglio credermi, fidarmi. Di me.
Fruscio via da queste pagine mentre fuori finalmente un poco di sole.
Mi sento così. Tranquilla e silenziosa nella corrente inarrestabile degli eventi. Nel rumore. Nella confusione. Riesco a ritagliare un angolo tutto mio, per me. Nonostante le pressioni, i problemi, le critiche, le aspettative. Mi sembra che tutto possa aspettare. Mi sembra che nulla sia importante al di fuori del mio respiro, dei miei pensieri.
Dopotutto le critiche senza fondamento, senza cuore, possono ferire in ragione di ciò che le muove, ma sono ferite che non fanno male. Cucirmi addosso abiti non miei sarebbe mentire. Non sono mai stata una brava bugiarda e neppure un’attrice di talento. Intreccio con aghi sottili una maglia di lana coi mie colori, con quella che sono. Ed è quella che indosso, ed è l’unica che mi sta bene.
Se fossi meno insicura, meno fragile, forse riuscirei a dare alle critiche il peso che meritano. Se credessi in me stessa non starei qui a scrutarmi cercando di scorgere segni di povertà intellettuale o di ristrettezza di vedute. So quello che ho dentro e oggi voglio credermi, fidarmi. Di me.
Fruscio via da queste pagine mentre fuori finalmente un poco di sole.
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3 commenti:
veramente belle le tue parole, onigiri girl, e molto carino il tuo blog..
il tremenda nel tuo commento era riferito alla canzone o alla mia scritturahahah? in ogni caso torna a trovarmi che insieme ai post più fuori di testa e stupidi (la maggior parte) ogni tanto ne spunta qualcuno quasi decente..
ciao!
Torno a ripetere un personalissimo parere. L'importanza di rivendicare la nostra propria imperfezione. Fidati di te, ad ogni costo.
Ed
E' una sensazione che provo spesso anch'io, che non sono campionessa nè di sicurezza nè di autostima.
Bisogna crederci, Onigiri.
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