domenica 23 novembre 2008

nido

Seduta sul letto. Portatile acceso. Un libro aperto su un’incomprensibile pagina di formule. Ignote. Nell’aria lo stesso disco, quello che suona questo novembre ferito e orgoglioso. Allungo le gambe, scivolando coi piedi nudi sulla morbidezza delle coperte. La luce calda dentro la stanza, la sera fuori buia e tranquilla, la domenica scivola via e io mi appoggio morbidamente a questa ritrovata sensazione di nido. Il tempo è denso e rallentato, tanto che mi sembra di sentirne il sapore sulle labbra.
Domani sarà difficile, un percorso di guerra a schivare parole come proiettili contro la mia carne senza difese. Nuda. Tanto vale rallentare adesso, tanto vale rinchiudermi dentro il mio nido.
A volte mi passa la voglia. Ci sono cose che uccidono l’entusiasmo, che ti fanno comprendere quanto poco conti la verità e quanto poco sia facile avere il compito di doverla dire. Penso di peccare di ingenuità in un mondo in cui si gioca la partita esattamente sopra la mia testa. Arriva un nuovo lunedì e mi succede di non avere voglia di vestirmi, uscire ed andare a fare la parte della stronza. Sono un po’ stanca. Per molti motivi. E questo è solo il primo. Ma stasera lo nascondo insieme agli altri sotto il letto. E io resto sopra, tutta morbidezza e musica e delicatezza. Domani sarà già abbastanza difficile, meglio nascondermi un poco dentro il mio nido.

2 commenti:

antonio lillo ha detto...

dovrebbero pubblicarlo questo post come manifesto, e dargli un titolo tipo: "benvenuti nel meraviglioso mondo del lavoro!"

enne ha detto...

L'importante è portarsi dietro un po' di morbidezza. Sempre.