venerdì 14 novembre 2008

Rice ball

Anche per la ragazza polpetta di riso è arrivato venerdì, a chiudere questa lunga settimana insonne ed emotiva. La mattina è iniziata sotto una pioggia nervosa e odiosa, per poi dipingersi con gli azzurri del cielo ed incendiarsi, ora, col fuoco del tramonto.
A volte vorrei pesare di più, semplicemente per tenere i piedi un poco più vicini a terra. Vorrei venisse meno quella capacità di perdermi e disperdermi nello spazio intorno. Svanire. Vorrei essere meno confusa, meno emotiva, meno introversa. Vorrei avere il coraggio delle mie emozioni. Vorrei dimenticare com'è sentirmi sbagliata, in colpa, ferita, inadeguata e storta. Vorrei che l'essere quella che sono non fosse un difetto, un errore. Ma sto divagando, perchè non era a questo che stavo pensando.
Stavo pensando alla ragazza polpetta di riso. Perduta davanti al tramonto. Trattenuta al suolo da fili sottili che stringono le cavilgie. Leggera di sera e di vento. Leggera. Che non fa che guardare le cose da punti diversi e scoprirle nuove, cambiate, altre. E nessuna cosa è come gliel'avevano raccontata, come la dipingono certi film a colori o come pareva guardandola dentro le fotografie. Nessuna cosa è come gli altri la vedono. Nessuno la guarda da dentro i suoi occhi.


3 commenti:

Anonimo ha detto...

Nessuno potrà mai vedere da dentro, si può vedere dentro... e anche così qualcosa sfuggirà sempre allo sguardo. E forse è una fortuna, forse è una condanna.

Ma due cose belle di quello che vedo qui: il video divertentissimo in questo giapponese melodico e deliziosamente infantile e... "Leggera di sera e di vento", meraviglioso.

Ed Kemper ha detto...

buonanotte Onigiri,
Ed

enne ha detto...

Ma perchè questa ragazza-polpetta mi sembra di conoscerla così bene?