venerdì 9 gennaio 2009

Corrente elettrica

La distanza. Chilometri di asfalto gelato e neve sui margini della carreggiata. L'aria è troppo blu per non dare vertigini. Orme nella neve ormai sporca agli angoli delle strade. Il gelo che aumenta la distanza. L'influenza, i cavi del telefono, giorni che diventano notti e poi giorni. La distanza. La distanza come un cordino nodoso che mi stringe il petto. E fa male. E più la distanza aumenta più stringe e sanguina l'assenza. I miei occhi sono pozzanghere che specchiano il cielo. Le mie dita sfiorano gelate le corde immaginare dell'arpa della nostra distanza. Suono arcaico delle anime che stanno cercando, nel vento, se stesse. E sono io quella che senti bussare ai tuoi vetri. Sarà stato vento. Ti sbagli. Io. Il calore che ti sfiora il viso appoggiato al cusino. Quella curiosa sensazione di avvolgimento. Il sussusso al tuo orecchio addormentato. Non credere al caso, dimentica i fantasmi. Io. Che so colmare la distanza con l'intensità del desiderio, corrente elettrica nell'etere.

3 commenti:

antonio lillo ha detto...

volevo scriverti ma non so bene cosa, anche prchè il tuo post non si può commentarlo facilmente... perciò ti scrivo COSA e ti mando un bacio fino a quando avrò quacosa di intelligente e sensibile e dolce da dirti! ciao!

Sonic Young ha detto...

Quanta distanza, in queste parole. Quanta solitudine, in questa distanza.
Quanta elettricità in questa solitudine.
Quanta bellezza in questa elettricità.

enne ha detto...

:-(