giovedì 8 gennaio 2009

la pioggia e la neve

Ed è diventata pioggia, la neve. Ed è diventato gennaio, inverno, un anno nuovo da cominciare e molto altro ancora. Diventare minuscola. Diventare trasparente, fredda come un cristallo, qualcosa che non si può toccare, qualcosa che vola via, si scioglie, svanisce. No. Sono una dura. Sono una dura. Sono una dura. Primo: se corro sento meno freddo e se corro abbastanza finisce che fa quasi caldo. Secondo: certe dita sottili sono come piccoli artigli e vanno bene per arrampicarsi, graffiare, appigliarsi, tenere duro. Terzo: farli a pezzi. Ma si, fare a pezzi il destino, il futuro, il presente, i giudici e egli arbitri corrotti, i maestri, i microbi e i batteri. La neve bianca sui tetti si confonde col cielo. Vorrei capire chi sono. La pioggia lava la neve dai rami e riempie le strade di fango. Penso a cosa accadrebbe se fossi sola e la città fosse tutte per me oggi. Penso che mi piacerebbe. A volte mi sento così anche se la città è piena di gente. A volte mi piace. A volte sento solo freddo.

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