giovedì 16 dicembre 2010

Nel bianco

Milano è bianca. Bianca di freddo e di inverno. Viene freddo anche solo a guardarla da questa vetrate infinite. A guardare gli alberi spogli e gli sbuffi di nuvole che salgono dal canale. Viene freddo anche solo a pensare alla sera che scende, alla strada da fare.
Sono innamorata. Di queste giornate ostili, riscaldate solo dalle luci di Natale e dal cappello di lana calcato sulla testa, con buona pace della pettinatura. Sono innamorata di quella sensazione che sale piano e riempie gli occhi e le mani. Dicembre.
Dicembre è il mese del buio e delle lucine intermittenti. Del gelo e del calore. Del silenzio e della musica. L’amo. Senza pietà.
Il giorno avvolto nella luce bianca. Che smorza i colori. La sera buia e improvvisa, fredda e breve. Un nido caldo dove tornare. L’idea del Natale. Il calore e il gelo del ricordo. Delle cose smarrite. Delle cose trovate. L’idea del passato e del futuro. L’uvetta del panettone.
Non riesco a esprimere la sensazione di dicembre. Ma ce l’ho addosso. Come il freddo del vento. Come il calore delle braccia. E ho la scusa per fermarmi. A guardare.
Malinconia a cucchiate da un barattolo enorme tra le mani. Senza bisogno di inventare scuse o trovare giustificazioni. Senza vergogna mi volto a guardare. Rileggo le mie pagine e delle volte mi sembra quasi di capirci qualcosa. Delle volte mi sembra quasi di comprendermi. Forse è inutile ma in fondo mi piace e basta. Il futuro è troppo bianco da guardare oggi. Oggi voglio solo ricordare.
Dicembre. Nostalgia a morsi.

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