giovedì 15 novembre 2007

grigio

Mi sento in quel modo strano in cui si sente dopo essere stata male. L’eco di un dolore addormentato e di una stanchezza lieve che pulsa nella ossa e sotto la pelle. La tristezza fragile del ritorno alla realtà. Che questa mattina sembra ostile, nemica. E io mi stringo nel mio maglioncino ferita dalla luce al neon e dal riscaldamento troppo basso. Desidero solo il mio piccolo mondo privato, il mio angolino morbido e caldo. Vorrei piangere e non credo sia esattamente normale. Ci sono momenti in cui mi lascio sopraffare da quello che ho attorno. E mi sento spaventata da questo posto, da queste persone, da queste richieste e da queste pretese. Occhi che mi guardano senza che io abbia l’impressione che vedano veramente me. Me, quella che sono. Mi sento come se fossi qui per errore. Come se l’errore fosse evidente, sotto gli occhi di tutti. Mi sento piccola. Insicura. Il futuro è troppo incerto, una nebbia densa e fredda, e non rappresenta in nessun caso una consolazione o un sostegno. Sono abbastanza spaventata da questa realtà che mi è piombata addosso senza che io avessi alzato le mie, seppur incerte, difese. Fuori la giornata è grigia e densa. Il cielo mi guarda tra i rami spoglie degli alberi. Vorrei lasciarmi inghiottire.


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