il vento ha spogliato del tutto i miei alberi. e me. è ancora presto, l'ufficio silenzioso fatto salvo il suono meccanico della fotocopiatrice. seduta al mio posto vorrei fermare il tempo e prolungare questo istante di sospesa tranquillità. resto dell'umore di ieri. incerta. combattuta tra il desiderio di credere in qualcosa che sia io e l'abitudine all'autodistruzione. sorrido. perchè in fondo sorridere di me non è mai stato un problema. sorridere della mia pericolosa tendenza a fare a pezzi le cose per poterle capire. a farmi a pezzi per leggermi dentro.
mi chiedo se le cose sarebbero diverse se io mi fossi data un valore diverso da zero. se io non avessi fatto a pezzi il mio riflesso e messo in croce ogni più piccolo difetto. mi chiedo dove sarei ora. mi chiedo se amo davvero il punto esatto in cui trovo. mi chiedo se e come posso e voglio cambiare. ecc. ecc. ecc. sono nel centro di una tempesta di domande destabilizzanti e complicate. e la cosa stupefacente è che mi piace. mi piace un sacco.
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