lunedì 28 aprile 2008

ieri

Questi giorni sono stati strani. Morbidi e scabri allo stesso tempo. Un insieme di immagini ritagliate e incollate insieme. Immagini che non c’entrano nulla l’una con l’altra. Ho messo l’hennè sui capelli e nello stereo un cd di Bob Dylan. Sono in guerra con un raffreddore che credevo fosse allergia ma forse è anche raffreddore. Non so. Sono in guerra con i fantasmi della me stessa peggiore. Ed è sempre complicato. Ma ci provo.
Io ho un modo di essere crudele. Anche quando avrei tutti i motivi per stare bene non ci riesco. E lo detesto. Non posso accettarlo. Voglio un po’ di serenità. Mi spetta. E me prendo. Me la devo prendere. Essere nemici di se stessi è la cosa peggiore, è una situazione insostenibile. Mi faccio un po’ rabbia e un po’ tenerezza. Vorrei nascondermi, farmi piccola, riportare indietro il tempo. Ma è ora di crescere, senza dubbio. E in quei momenti, adesso, mi metto a scrivere perché è l’unica cosa che so fare.
Una volta vorrei riuscire a scrivere del mio peggio. Di quella me stessa senza parole e senza musica. Per guardarlo negli occhi e finalmente liberarmene. Sarebbe il mio V day. Ma oggi, ci ho provato, non ci riesco. Troppe paure, troppi segreti. Oggi mi accontento di vagheggiare un po’ e di stare tranquilla. Ad accettare questo po’ di felicità senza farla a pezzi col mio bisturi affilato. Domani è lunedì.

How many road must a man walk down...

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