mercoledì 14 maggio 2008

disillusione (et varie)

Entrano voci dalla finestra. Tutto sembra lontano, nel sole, nel vento, nel traffico di Milano. Io resto. Il cucchiaio rigirato lentamente in un vasetto di yogurt alla pesca [resta sempre per ultimo].
Mi hanno portato una rosa questa mattina. Rubata. L’ho messa in una bottiglietta di plastica. Si è aperta. È sbocciata. La bellezza è silenziosa. Una macchia di colore [perfetta] contro il muro [bianco].
Il sole gira nel cielo prendendomi la mattina alla spalle e la sera sfiorandomi il viso. Mi sembra di sentire il suono degli ingranaggi ancestrali che muovo gli astri. Un rumore di fondo. Come lo scricchiolio dei petali che si aprono. Alla luce.
Sono di nuovo aria e acqua. Ma la serenità è solo apparente. È la calma triste della rabbia che repressa si è tramutata in sconforto, disillusione ed infine smarrimento. È la calma che segue un pianto lunghissimo, quando vorresti dormire, senza neppure sognare. O forse mi sento delusa solo nella misura in cui fingo di crederci ancora. Non saprei.
Si fanno dei sogni. A volte. Si combatte al fianco di eroi. A volte. Forse bisognerebbe scegliere meglio i propri eroi. Forse sarebbe meglio non averne affatto. Di sognare invece credo non si possa farne a meno. Anche a costo di finire disillusi, in una giornata di sole, ad ascoltare il suono degli astri o i petali di una rosa dischiudersi al sole.
E la cosa peggiore e che domani ci crederò ancora. Se già non ci sto credendo ora.
...

1 commento:

Ed Kemper ha detto...

o sono le elucubtrazioni nei confronti dell'infinito che portano a cessare momentaneamente di crederci?
Ed