lunedì 21 luglio 2008

diciannove

Tengo gli occhi sulle mie dita lunghe e nervose. Inquiete. Il sole su Milano va e viene, coperto da nuvole bianche da fumetto. Seduta sullo scalino del cortile misuro l’intensità del flusso radiante di questa giornata di luglio, in piena luce (14) e quando il sole si vela (5). Il sole, tradotto in numeri, non è altri che questo. Questo lunedì di luglio riassunto in un paio di misure.
I numeri sono solo un altro alfabeto, basta saperli leggere. I numeri, come le parole, dicono solo la verità che uno ci vuol leggere dentro. I numeri, come le parole, non sono la verità.
Tengo gli occhi sulle mie dita lunghe e nervose. Inquiete. Aspetto che i fatti succedano. E penso ai numeri con comprensione, come me ingranaggi del meccanismo complesso delle cose. Come me bugiardi, loro malgrado. Nonostante affermino una verità evidente, loro malgrado, in silenzio.
I numeri che popoleranno i miei sogni stanotte. E mi sveglierò con addosso quel senso di inquietudine addosso. E sentirò il vento soffiare sui miei piedi. E resterò sveglia per prolungare la notte. Solo un poco. Tenendo le mani sotto il cuscino.
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