Un vento leggero sfiora appena la mia giornata. Oggi. Il mio scheletro è messo a dura prova da queste notti di afa e ventilatori, finestre aperte, cuscini e lenzuola. Le spalle rigide e il collo bloccato mi mettono addosso una sensazione di fragilità, nel modo al tempo più e meno ingegneristico del termine.
L'estate. L'estate è al contempo aceto e miele. Zucchero e sale direbbe forse qualcuno.
L'estate. L'estate è al contempo aceto e miele. Zucchero e sale direbbe forse qualcuno.
La scrittura è stentata di questi tempi. Il paradosso delle giornate lunghissime e della mancanza di tempo. O del provare a non averne, a non trovarne, per non pensare troppo. Per non soffermarmi a guardami. Negli occhi.
L'estate lascia riaffiorare in superficie sensazioni ed immagini. Inquiete. Ansiose. E anche se razionalmente riesco a vedere che va tutto bene, a vedermi, non riesco ad ignorare la loro ombra. Ma va veramente tutto bene? Un'ombra fastidiosa e scura che colpisce la mia serenità al cuore, che mi incolla addosso quell'inquietudine senza riposo che riesce inevitabilemnte a rovinare ogni cosa.
Credo che ognuno abbia i proprio fantasmi. O, almeno, lo spero. Visto che io i miei li ho, e fatico a tenerli chiusi dentro gli armadi. Dentro gli specchi. Più che altro cerco di conviverci, come una sensitiva dentro una casa stregata.
1 commento:
di fantasmi ce n'è a iosa. conviverci però... a volte sembrano sfuggire al controllo... ma sono indispensabili per scrivere... e più di una volta ti chiedi se il gioco vale la candela, ma la risposta è sempre sì!
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