Mi suona un po’ strana in testa la musica di questa giornata. Leggera e fragile come una farfalla. Mi sento come se avessi la febbre. L’aria è fresca e tersa, il cielo una macchia di azzurro senza soluzione di continuità. Immagini sparse mi colpiscono la mente, in ordine apparentemente casuale, evocative di momenti passati, o forse presagi di momenti futuri. Non saprei dire dove finisce il ricordo e dove comincia l’immaginazione. Forse non c’è differenza. Basta lasciarsi trasportare. Fuori. Altrove. Dai leggeri battiti d’ali dei miei pensieri, dalla fragilità dell’istante. Breve bagliore subito spento dallo sbattere le mie ciglia.
...
La sera lenta lenta scende sul cielo sopra Milano e sui miei occhi. Mi piacerebbe uscire e camminare e vagare un po’ nello stomaco di questa città, lungo i fili di asfalto che si aggrovigliano in questo gomitolo di persone e cose e luci e ombre. Invece uscirò e scivolerò con passi liquidi verso il treno, per cercare di raggiungere la porta di casa prima che la sveglia sia pronta a suonare di nuovo. Le giornate incalzano e io seguo il flusso un po’ in affatto ma, tuttosommato, tengo il tempo.
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