lunedì 3 marzo 2008

perdono

Un dolore alla mano sinistra mi ricorda che sono viva. Delle volte bisogna sentire dolore. Come la schiena fatta a pezzi da cinquanta vasche rana in un tempo di tutto rispetto. Come lo stomaco divorato dall’ansia. Come la mia pelle bruciante della sua barba ispida. Ed altro [che è solo mio e non sto qui a dire]. Delle volte sentire dolore serve. A volte è stupenda eco del ricordo. A volte è soddisfazione. A volte è dolore e basta.
Il mio corpo deve gridare per ricordami di esistere, per ricordami che è parte di me. In quei giorni in cui sguscerei volentieri fuori dalla mia pelle. In quei giorni in cui lo specchio rimanda un’immagine estranea. Il dolore per ricordarmi di essere fatta di carne e sangue. Che ho tra le mani un corpo pulsante e vivo. E che vuole vivere per la miseria. Vivere tutto. L’aria entra dalle labbra e scivola nei polmoni e il cuore pompa il sangue rosso nelle mie vene [mi si perdoni l’inesattezza]. Dal cuore alla mani, alle gambe, agli occhi. E poi di nuovo al cuore. Questo è essere vivi. Respirare.
Un corpo che è mio, che sono io. Mani sottili e precise, tenaci. Braccia lunghe e vene tortuose in trasparenza. Gambe allenate dalla corsa e prostrate da lunghe ore al computer. Ginocchia ossute. La colonna vertebrale un po’ troppo incurvata nella parte bassa. Una valvola del cuore convessa invece che concava. Centinai di piccoli nei. [imperfezioni]. Il mio corpo. Io.
E mi fa male. E vuole vivere. E vuole gridare. E corro più forte per sentirlo battere col ritmo incalzante delle stagioni, della terra e della maree.
E chiedo perdono. Gli chiedo perdono per le troppe volte che l’ho ferito, che gli fatto del male. Mi chiedo perdono. Per l’assurda pretesa di poter vivere meglio senza.
...

4 commenti:

Dyo ha detto...

Parole che fanno riflettere. Che fanno riflettere me, abituata a trattarlo malissimo, il suo corpo. Ad abusarne in maniera scriteriata, a maltrattarlo, a rispettarlo poco e niente.
Ma amarsi è molto difficile, a volte.

Luca Bleek Sartirano ha detto...

celo, celo, celo, manca, celo, celo, celo...
non è che stai usando il mio di corpo?

Cecilia ha detto...

Ciao Susy!
Non mi ricordavo che ora scrivi qui..sono proprio stordita!
E' sempre molto bello leggerti, mi sono persa un po' di interventi....mi ritaglierò dei momenti qui in ufficio per recuperare.
Come va lì al poli? Mi raccomando, continua a tenere alto l'onore del gentil sesso in quella gabbia di maschioni!

Buon mercoledì!

senzanomealcuno ha detto...

La prossima volta che pioverà, apri le braccia e alza la testa verso la pioggia che cade, lasciale scivolare tra i capelli...vivi.