Un lungo pomeriggio malinconico e lento. Seduta sul balcone, infradito e felpa col cappuccio. Lavoricchio col portatile acceso, ascoltando un vecchio cd [Bob Dylan, Morrisey et altri]. Addosso le sensazioni di una lunga notte insonne e di un’allergia che non concedere tregua [primavera: croce e delizia], in testa pensieri che sbattono le ali come farfalle, sul viso un sorriso un po’ stanco, ma sognante. Tutto sommato ho ancora cose da sognare. Scatoloni pieni del materiale di cui sono fatti i sogni, i miei sogni, da aprire e, semplicemente, sognare.
Col mio sguardo un po’ miope [quello un po’ angoscioso, un po’ ansioso, un po’ arreso] vedrei solo, forse, questa distesa interminabile di giorni da qui all’estate [un po’ più di tre mesi], senza tregua, senza respiro, carichi di responsabilità e doveri, di ansie e potenziali frustrazioni [conosco i miei polli e le mie polle]. Non credo mi ci vorrebbe molto a farmi prendere dal panico. Ma i miei occhi sono aperti e vedo molto, molto di più. Ecco perché riesco a districarmi con sorprendere audacia e leggerezza in questa giornata sospesa. Nonostante tutto. Nonostante me. Brilla nei miei occhi infatti l’audace quando timido pensiero di non essere sola: potrà pur essere un periodo di merda ma nel mezzo del vortice io non sarò sola. Tutto qui, quello che serve a tenermi a galla. Oggi. E sempre.
Metti una cena a questo stesso tavolo in una sera chiara di maggio. Metti sashimi, uramaki e una birra chiara. Un po’ di gelato. Lui che fuma una winston blu e io che sprofondo nei miei pensieri cupi per poi riemergerne tra le sue braccia. Quelle mani che mi salvano. Che mi sostengono. Che mi stringono davanti ad una puntata già vista di Senza traccia. E che indugiano un po’ prima di salutarci. E mi sento leggera e affatto confusa. E sento la distanza, il distacco, l’assenza. Mi sento sola ma non perduta. Sento che, per quanto potrà essere duro passare attraverso quello che mi [ci] aspetta né verro fuori. E di quello che verrà dopo, e intanto, non mi resta che sospirare e sognare in questa domenica di maggio malinconica e lenta.
Col mio sguardo un po’ miope [quello un po’ angoscioso, un po’ ansioso, un po’ arreso] vedrei solo, forse, questa distesa interminabile di giorni da qui all’estate [un po’ più di tre mesi], senza tregua, senza respiro, carichi di responsabilità e doveri, di ansie e potenziali frustrazioni [conosco i miei polli e le mie polle]. Non credo mi ci vorrebbe molto a farmi prendere dal panico. Ma i miei occhi sono aperti e vedo molto, molto di più. Ecco perché riesco a districarmi con sorprendere audacia e leggerezza in questa giornata sospesa. Nonostante tutto. Nonostante me. Brilla nei miei occhi infatti l’audace quando timido pensiero di non essere sola: potrà pur essere un periodo di merda ma nel mezzo del vortice io non sarò sola. Tutto qui, quello che serve a tenermi a galla. Oggi. E sempre.
Metti una cena a questo stesso tavolo in una sera chiara di maggio. Metti sashimi, uramaki e una birra chiara. Un po’ di gelato. Lui che fuma una winston blu e io che sprofondo nei miei pensieri cupi per poi riemergerne tra le sue braccia. Quelle mani che mi salvano. Che mi sostengono. Che mi stringono davanti ad una puntata già vista di Senza traccia. E che indugiano un po’ prima di salutarci. E mi sento leggera e affatto confusa. E sento la distanza, il distacco, l’assenza. Mi sento sola ma non perduta. Sento che, per quanto potrà essere duro passare attraverso quello che mi [ci] aspetta né verro fuori. E di quello che verrà dopo, e intanto, non mi resta che sospirare e sognare in questa domenica di maggio malinconica e lenta.
...
She's got eyes of the bluest skies
As if they thought of rain
I hate to look into those eyes
And see an ounce of pain
Her hair reminds me of a warm safe place
Where as a child I'd hide
And pray for the thunder
And the rain
To quietly pass me by
...
2 commenti:
malinconica e lenta... come la sensazione di un odore che ormai da 24 ore non abbandona le mie narici. rimane lì nascosta, ma, quando meno me lo aspetto, riemerge.
come se ne esce?
In bocca al lupo, Onigiri. Il fatto che io sia diventata una persona un po' disincantata e delusa non vuol dire che non capisca le altre.
Dai, che a moltissimi va bene. :)
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