mercoledì 15 ottobre 2008

del rilassamento profondo ed altre parole sparse

Quando si ottengono scarsi risultati nel fare qualcosa o ci si stanca e si abbandona e si continua ed insistere. Nel caso specifico di me (soggetto) e del rilassamento profondo (oggetto) la strada è la seconda. Il rilassamento profondo sarebbe poi lo yoga nidra che, ammesso si scriva così, prevede anche la visualizzazione di immagini che inducano o quantomeno concilino il sopraggiungere di questo agoniato stato di rilassamento. L'accostamento di me medesima e della parola rilassamento, profondo per giunta!, appare già una contraddizione in termini. Diciamo che punto in alto e il rilassamento che viene viene, superficiale o marginale che sia.
Abbandonata la scuola di yoga per mancanza di tempo, inconciliabilità di orari (andarci dopo il lavoro, a stomaco vuoto, mi portava a visualizzare sempre e solo pizze) ed anche incompatibilità con la flemma snervante dell'ambiente (ok yoga ma tutto ha un limite di tolleranza) non ho abbandonto la speranza di raggiungere il nirvana, alla faccia della scuola di yoga (che tra l'altro incassava tariffe non proprio yogiche).
L'inutile premessa solo per giungere al punto. Mi capita di soffermarmi sempre su alcune immagini. Le mani fredde di mia madre quanto tornava dall'ufficio la sera e le appoggiava sulle mie guance (punto di vista: seduta sul tappeto con addosso famigerata tuta col fungo). Mio nonno che guarda una gara di sci in tv mentre fuori cade la neve (punto di vista: seduta alla scala a chiocciola e ho la febbre). Mio padre con in testa la cuffia della piscina rossa e blu (punto di vista: in piedi sulla pittaforma numero 6 che mi sto per tuffare e batto i denti). Mi nonna che apre il frigo e tira fuori il cartone del latte mentre mi prova la lezione di geografia (punto di vista: seduta sulla sedia della cucina e cerco di sbirciare). Il mare al tramonto e una barca che rientra dalla pesca (punto di vista: seduta sulla riva con addosso orribilis tutina di spugna). La vista della finestra di casa mia mentre conto le macchine rosse (punto di vista: in piedi su sgabello e appoggiata sul copricalorifero). Una torta di compleanno sul tavolo della casa vecchia della zia (punto di vista: in piedi sulla sedia di paglia di vienna -ottima idea-). Risparmio il resto ma ne avrei, ma credo che solo per me abbiano valore.
Il punto è che le immagini che mi vengono in mente risalgono spesso all'infanzia. Ma alla senzazione di rilassamento, per altro affatto profondo e terribilmente temporaneo, subentra il calore malinconico del ricordo. Nel migliore dei casi può restare solo malinconico smarrimento, nel peggiore degenerare in un realismo un pò troppo crudo. E il risultato non è esattamente uno stato di rilassamento.
Potrei tornare alle immagini plastificate della scuola di yoga (campanile di una chiesa, sorriso di un bambino, e bla bla) oppure accettare che lo yoga nidra non è compatibile con me. Magari più semplicemente non è che una nuova evidenza del fatto che la serenità è uno stato fuggevole, transitorio. E che la rilassatezza profonda non può esistere dal momento che la necessità primaria è afferrare le briciole di serenità offerte dal presente e magari vagheggiare un pò del sapore di quella passate.
Forse più che di rilassamento profondo potrei parlare di malinconia profonda. E l'effetto non è meno intenso. E neppure meno bello per certi versi. Parlo per me ovviamente...
...
(oggi sono senza voce. forse per questo mi è presa questa logorrea grafica...)

7 commenti:

note disambigue ha detto...

La malinconia profonda per me è deleteria, ma quando arriva non posso non farmi trovare pronta, sull'attenti.
Sogno lobotomie temporanee.

buИCiA ha detto...

malinconia profonda. mi viene in mente la televisione di sera, quando i film cominciavano ancora alle 20,30 anzichè dalle 21,15 in poi (punto di vista: coricata sulla poltrona che all'epoca era ufficiosamente il posto di uno dei miei due genitori, accanto ad uno dei miei due genitori. Quando ancora ci si stava, in due, su quella poltrona. Quando ancora c'era quella poltrona. Quando ancora si stava).

Sonic Young ha detto...

Si, hanno valore solo per te. Ma è questo, che le rende magicamente inattaccabili, incontaminabili, inalterabili. Per sempre.

antonio lillo ha detto...

questo post mi fa molto effetto giovanni pascoli (poeta amato-odiato, così come amo-odio i miei ricordi e tutto il passato in generale, meglio il presente, sempre!, per quanto precario o deleterio possa essere)

comunque un bacio, onigiri, anzi due!

bello "lobotomie temporanee"

note disambigue ha detto...

:S

antonio lillo ha detto...

dio mio odio tutte queste faccine!

sono un imbranato col nuovo linguaggio mediatico...

che significa esattamente :S ??

note disambigue ha detto...

Malinconico disappunto.