domenica 12 ottobre 2008

Closed

Chiudo il mondo fuori dalla porta. Piedi nudi sul parquet. Una tazze di mate troppo caldo. Un nuova storia di fred vargas da cominciare. Nell'aria il produmo delle mele che ho messo nel forno. Alzo appena il volume, Badalamenti dirige un'orchestra a mio uso e consumo. Ringrazio. E mi lascio andare alla poesia privata e minuscola di questo pomeriggio sordo al frastuono delle mie questioni. Questioni che stanno, in attesa, fuori dalla porta chiusa. E io dentro.
Il rischio, nel sedermi qui davanti a scrivere, è che le questioni di cui sopra possano trovare un varco nel groviglo dei cavi elettrici e possano riuscure ad entrare. Qui. Ad invadermi.
No, non oggi. Delle volte penso che bisogna essere davvero coraggiosi per prendersi la vita che si desidera. Se avessi una vita, e già sarebbe qualcosa, e potessi cambiare vita credo che seglierei le cose che mi vengono più naturali. Che sono scrivere, bene o male che sia. Che sono la terra, gli spazi, il vento. La butto lì. Forse vorrei vivere in un posto isolato. Vorrei scrivere. Vorrei sporcarmi le mani nel fango. Solo chi si è accecato lo sguardo alla luce di uno schermo per giorni può sapere quale sia l'appagamento della fatica fisica. Certo, senza esagerare, è pur sempre un sogno.
Penso di essere meno addomesticata di quello che ho sempre creduto, più selvatica. Quando ti scopri diversa da quella che credevi è sempre una bella sensazione. Capisci che quella era quella che dipingevano. Che questa sei tu. Solo che poi questo cielo con una stella sola, o una decina nelle notti più buie, ti infastidice addosso come un maglione bagnato.
Penso sia normale chiedermi, a volte, se questa sono davvero io o il disegno di qualcunaltro.
Beh, pensieri. Torno al mio libro. E alle mele nel forno. Chiudo la porta a chiave. Di quelle questioni li fuori stasera non ne entrerà nessuna.
...

7 commenti:

Luca Bleek Sartirano ha detto...

Sei a tuo modo fortunata se sai come chiudere le questioni esterne fuori dalla porta.
Le mie continuano a filtrare da qualche parte non ermeticamente chiusa, oppure, cosa più probabile, le ho invitate io ad entrare...

note disambigue ha detto...

Non sempre scoprirsi diverse da come ci avevano dipinte è una scoperta felice, Onigiri.
Dipende da quello che scopriamo di essere, e da quanto questo ci piace.
Per il resto sono d'accordo con Bleek: i miei problemi e i pensieri molesti mi seguono come ombre, al punto che penso di averli autorizzati senza dirmelo.

note disambigue ha detto...

Cioè senza dirlo all'altra parte di me stessa.

Onigirigirl ha detto...

forse dipende solo da che questioni si tratta. cioè è rimasto fuori la sera è riuscito ad entrare la notta, appena abbassata la guardia. il risultatao è che stamattina sono arrivata quasi 2 ore prima... almeno angosciarsi serve a qualcosa ;)

note disambigue ha detto...

Cinicamente dovrei risponderti di sì.
Ma io aborro l'angoscia.

antonio lillo ha detto...

saresti tu il micio-ninja? sai che un pò ti penso così? ;-)

buИCiA ha detto...

"Capisci che quella era quella che dipingevano. Che questa sei tu."

io non so se sia vera quella cosa che si dice... sul fatto che ognuno sia ciò che sceglie di essere. non lo so. se sia vero.
se ti è possibile, però, scegli di *non* essere come ti dipingono.
;)