Una domenica grigia e umida di una pioggia sottile. Il portatile aperto sul letto. Scrivo svogliatamente una relazione sui risultati ottenuti in questo secondo anno (sono già due) mentre sulla piccola tv della stanza scorrono le immagini di un film di Lupin che da a questo pomeriggio un tono vagamente più malinconico di quanto già non sia. Sa di stagioni passate. Sa di inverni spensierati e morbidi. Sa di tempo tranquillo e carico di calore. Mi ci immergo senza pensarci troppo e mi lascio prendere dall’improbabile trama del furto di una sfera aliena mentre si scalda sul fuoco l’acqua per una tazza di te verde alla vaniglia. Questo weekend di tre giorni si consuma implacabile, sfiorando i miei occhi con il calore e la luce intensi e fragili di una candela rossa alle spezie. La mia minuscola pianta grassa vestita da babbo natale mi guarda negli occhi coi suoi occhietti di plastica. Sorrido. Non ho voglia di pensare. Non ho voglia di nulla che non sia adesso.
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