mercoledì 20 febbraio 2008

blabbing

Mi immergo nel fluido e tiepido scorrere delle mie giornate [come previsto e premesso ieri], mi concentro sulla forma e sul colore del singolo dettaglio per non farmi sopraffare da pensieri troppo grandi [e da dubbi e incertezze ai quali, ora, non esiste soluzione alcuna].
In realtà [lo confesso] oggi mi ritrovo ad essere piuttosto svagata e inefficace. Scarabocchio da qualche ora lo stesso paragrafo che si articola e si allunga per poi riaccorciarsi di nuovo con un solo clic del ratòn. Milano è grigia e fredda per un colpo di coda di questo inverno [che a me è sembrato brevissimo], questo almeno mi rassicura. L’inverno è la situazione presente e, per ora, permane.
Sono scesa alla macchinetta per un caffè nero e solitario: nessuno in questo posto beve caffè. Nessuno in questo posto ama un sacco di cose che io amo [dettagli]. È per questo forse che ci sono giorni [oggi] che mi sento un po’ sola barricata dietro il composto disordine della mia scrivania. In fondo fingo di scrivere tutt’altro rispetto a ciò che sto scrivendo, il che fa di me, in sostanza, una bugiarda. E mentire mi fa sempre sentire a disagio. Non sono una gran bugiarda, più per mancanza di capacità che per rigore morale [devo ammettere]. Ma in fondo, qui [o altrove], chi potrebbe capire che cosa mi spinge a scrivere e scrivere e scrivere fino a sfinire il flusso incessante dei pensieri e trovare un attimo di [mio dio] silenzio? In fondo non sono più sola e incompresa di chiunque altro. Siamo persone diverse chiuse dentro una scatola troppo stretta. Tutto qui. [non nego comunque che il sentir scorrere qualche flusso di elettricità affine a volte non mi dispiacerebbe].
Tempero la matita. Vado a prendermi un bicchiere d’acqua al boccione lanciando un’occhiata all’ufficio del boss per farmi un’idea [vaga, approssimata, di certo troppo ottimistica] della possibilità che possa trovare del tempo per me. Comincio a dubitare che la possibilità esista.
Torno al mio posto. L’acqua non sa di niente. L’acqua del boccione non sa di niente, non sa di acqua, comincio a nutrire qualche dubbio sul fatto che possa essere made in China. Sorrido. Adoro la Cina e l’acqua è già più buona di un po’.
L’ora è tarda, il pomeriggio è iniziato e la mia pausa consumata fino all’ultimo millimetro del suo stoppino. Soffio via i pensieri dalla mia testolina in cerca di un po’ di concentrazione. Potrei non sopravvivere allo sforzo se non fossi sicura che entro poche ore sarò altrove.

2 commenti:

buИCiA ha detto...

Io lo sento. [Qualche flusso di elettricità affine, quando ti leggo]

Onigirigirl ha detto...

anch'io :)