lunedì 4 febbraio 2008

Notti

Ci sono notti in cui non riesco a dormire. Ed è come se le ombre mi gonfiassero il cuore. Penso alle persone che amo e al fatto che inevitabilmente dovrò perderle. Il futuro mi sembra solo una promessa di dolore, misteriosa nel modo di dettagliarsi ma certa nel risultato. Mi sembra che il tempo che ho di fronte sia maledettamente breve, che incalzi e che la serie di eventi dolorosi che mi attende sia sul punto di innescarsi. Mi rendo conto che è irrazionale ma una sensazione di gelo mi soffoca in gola e, lo confesso, ho paura. Quella paura sorda e inutile, senza possibilità di soluzione, che ti da pensare alla vita, a volte. Quella solitudine. Quella sensazione di nido vuoto. E mi vedo sola con una pala in mano, sporca di terra per aver scavato e coperto tutte le fosse che era necessario scavare. L’immagine è troppo cruda, me ne rendo conto. Mi fa stringere lo stomaco e gonfiare gli occhi di lacrime asciutte. Sola. E questo è un fatto così devastante nella sua crudezza da lasciarmi ogni volta senza fiato. Sfinita.
Non che io viva stando sempre a pensare a questo. Ma un angolino nelle notti insonni nel quale lasciarmi atterrire dai pensieri più atroci non viene mai a mancare. Anche se, col tempo, sta acquistando sfumature nuove che rendono la mia angoscia vagamente meno angosciante. Quella sensazione di solitudine senza speranza viene piano piano scaldata da un calore nuovo. Dalla sensazione di non essere più sola. Un piccolo fuoco brucia nel centro del mio stomaco. Non sono sola. E se questo pensiero fa in nascere in me la paura di un ulteriore distacco. Il più doloroso forse. Questa paura non è sufficiente da sminuire neppure un attimo la sensazione di calore che mi pervade l’anima e scioglie a poco a poco il ghiaccio delle mie angosce. È una sensazione nuova. Timorosamente la osservo e ne assaggio il sapore.
Nella notti in cui l’angoscia mi tiene sveglia il calore di questo fuoco riesce, infine, a farmi addormentare.

1 commento:

Dado ha detto...

Ho passato la stessa situazione qualche anno fa...capisco esattamente quanto stai descrivendo e provando..
non servono nemmno frasi del tipo "e' la vita.."..credendo in un posto migliore "di là", io tendo a cercare di non focalizzare la mia attenzione sulla tragedia in se..perdere una persona cara è atroce e lo sappiamo tutti...cerco di pensare al fatto che tutto sommato andrà in un posto migliore e che prima o poi lo/la reincontrerò..insomma..per me non è la fine..la vita dopotutto si sente dire che è un viaggio e come ogni viaggio che si rispetti ha una partenza e un ritorno...