Oggi tutto è grigio. Il cielo è grigio e vicino. L’aria è grigia, fredda e insinuante. Io. Un po’ grigia tra i pensieri tengo insieme stancamente le pagine scombinate di questa giornata.
Mentre mangio la mia pausa pranzo mi distraggo dai discorsi e penso a ieri sera. Noi due davanti a una birra cinese, un te verde e un pollo alle mandorle a metà. A parlare di una cosa o dell’altra. Bisticci di parole. Fraintendimenti. Sorrisi. Dolcezze appena accennate e subito nascoste dietro qualche battuta pungente. Uscire nel freddo e stringersi un po’. Labbra. Bocca. Il riscaldamento della macchina che soffia aria calda profumata alla lavanda [grazie a me]. Ed è già ora di tornare a casa, di lasciarci di nuovo. E penso a come è poco il nostro tempo. E come è perfetto nella particolarità del dettaglio. E la stanchezza che mi inasprisce la voce. E vorrei farmi stringere ancora. E non sto pensando al futuro. E nemmeno al passato. Sto pensando a com’è adesso. E mi piace. L’aria fresca che respiro quando siamo insieme. I problemi che si allontanano. La sensazione della tua presenza. La tua voce silenziosa ma comunque confortante. Meglio della cioccolata, la mia comfort zone. E so che è odioso scrivere di noi, una concessione a questa giornata grigiamente pesante, pesantemente grigia. Torno alla realtà di questa pausa pranzo breve e sottotono, che sgocciola verso la fine.
Mentre mangio la mia pausa pranzo mi distraggo dai discorsi e penso a ieri sera. Noi due davanti a una birra cinese, un te verde e un pollo alle mandorle a metà. A parlare di una cosa o dell’altra. Bisticci di parole. Fraintendimenti. Sorrisi. Dolcezze appena accennate e subito nascoste dietro qualche battuta pungente. Uscire nel freddo e stringersi un po’. Labbra. Bocca. Il riscaldamento della macchina che soffia aria calda profumata alla lavanda [grazie a me]. Ed è già ora di tornare a casa, di lasciarci di nuovo. E penso a come è poco il nostro tempo. E come è perfetto nella particolarità del dettaglio. E la stanchezza che mi inasprisce la voce. E vorrei farmi stringere ancora. E non sto pensando al futuro. E nemmeno al passato. Sto pensando a com’è adesso. E mi piace. L’aria fresca che respiro quando siamo insieme. I problemi che si allontanano. La sensazione della tua presenza. La tua voce silenziosa ma comunque confortante. Meglio della cioccolata, la mia comfort zone. E so che è odioso scrivere di noi, una concessione a questa giornata grigiamente pesante, pesantemente grigia. Torno alla realtà di questa pausa pranzo breve e sottotono, che sgocciola verso la fine.
2 commenti:
Oggi ho fatto degli acquisti veramente stupidi, non so come mai, ma tu non vorresti un paio di manolo blahnik?!
Devo ora mettermi a compilare il piano di studi, uff..
ti abbraccio, se fai pausa caffè, contattami:-)
Ciau.
Cmq, il cinese porta sempre una strana atmosfera, ricordo che l'ultima volta che ci son stato ero con una "lei", mangio come un cinghiale, lei pure, la dolcezza di alcuni attimi si contrapponeva all'acidità e alle battute distruttive, pagato il conto, si è finiti nella mia macchina in un parcheggio buio e deserto, con la ventola dell'aria calda ma con il profumo di "ocean" (blah).
Strano effetto il cinese.
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