domenica 10 febbraio 2008

primavera [negli occhi]

Ci sono notti che vengono dopo giorni così. Senza dormire. E poi albe. E una corsa lunga in un parco che promette di sbocciare di nuovo. [Tempo per intravedere immagini]. E poi musica che suona dentro la stanza illuminta dal sole del mattino. I capelli bagnati profumati di shampoo. Io seduta a scrivere con una tazza di te [Tempo per guardare le immagini nei dettagli]. L'inverno sembra sul punto di svanire. E di lasciare al posto ad una primavere nuova. E disfarsi del proprio bozzolo di lana e calore per esporsi al sole di un giorno nuovo è sempre un'esperienza difficile a cui dare inzio. Un divenire al contempo affascinante e doloroso. Una liberazione ed una perdità. Per questa ragione, forse, la primavera che occhieggia languida da tutti i colori del cielo mi lascia un pò timorosa a camminare ancora un pò finito di correre [il suono del picchio e le anatre sulla riva del laghetto, i ciuffi di aglio selvatico che sbucano verde smeraldo dal tappeto di foglie secche ormai senza colore e forma]. La natura sussurra al mio orecchio le sue minacce e le sue promesse. Io me ne lascio struggere e affascinare. E il bozzolo si comincia a rompere, inesorabilmente.

Ma più bello di averti è quando di disegno
niente ha più realtà del sogno...