sabato 5 gennaio 2008

stamattina

mi sono svegliata. la casa ancora silenziosa. le lenzuola profumate di bucato. la pioggia sul tetto. il piumone tirato su fino al mento. rannicchiata. immobile. respiro. chiudo gli occhi. li riapro. il mio piccolo albero di natale nell'angolo mi fa chiudere la gola di malinconia. ci siamo.
finito il tempo dell'attesa, la nostalgia dolce delle luci accese e del calore. volato via. in un soffio. rimettere la piccola valigia arancione in cantina. mettere via i miei piccoli addobbi. spegnere le luci. rimettere in ordine. ritornare alle cose vere. richiudo gli occhi.
cosa mi spaventa? cosa mi fa stringere stretta stretta me stessa nel mio gomitolo? ho paura di non farcela, di non essere all'altezza, di sbagliare, di deludere, di cadere, di rompermi in mille pezzi, di perdermi per strada, di non riuscire a fare tutte le cose che devo. respiro.
ho paura di non avere tempo. ho paura di perdere tempo. ho paura di non essere abbastanza forte per tutto. respiro.
la verità è che questa è la vita e non si può fare altro che affrontarla. chiudermi in casa e in me stessa per sfuggire il mondo non fa per me. anche se non nego di averci pensato. qualche volta. ma in fondo la vita è da vivere, se no a che serve.
e così oggi ho disfatto il mio piccolo albero di natale. ho riportato la valigia in cantina. ho rimesso le cose a posto e ho tirato fuori il lavoro da fare. cerco di farcela insomma, di stare in piedi. mi faccio un sorriso. dopotutto, mi dico, non sono così male. provo a crederci davvero. anche se la stanza senza le luci dell'albero sembra maledettamente spoglia.

lunedì 31 dicembre 2007

ci provo e basta (cambio rotta, cambio stile)

un anno che mi si chiude tra le mani. inutile dirlo. mi sconvolge. stringo la tazza con le mie dita nervose e alzo il volume.
duemilasette. è stato un anno non del tutto da buttare. è stato un anno che mi ha fatta crescere. cambiare. se sbircio le promesse che mi sono fatta un anno fa mi fa sorridere scoprire che, anche se solo in parte, le ho un pò mantenute. ho viaggiato tutta sola a destra e a manca, ho lavorato, mi sono lasciata più andare, ho scoperto una serenità nuova, ho sorriso e ho pianto in abbondanza. ma d'altra parte questa sono io. ho fatto la dura. sono stata morbida. ho sbagliato, ho sbagliato una lunghissima serie di volte. qualche volta ho saputo rimediare, qualche volta no. credo di aver amato tanto, anche se non ancora abbastanza per chiudere questo anno completamente felice di me stessa. e mi sono voluta un poco di bene, certo non basta ancora ma quella strada in salita che sembrava ripida e infinita ora sembra farsi più dolce e fa meno paura.
Sospiro. Non voglio pensare troppo al tempo che sta finendo. Diventerei triste, per quel modo in cui sono fatta, di aggrapparmi al ricordo e alla malinconia che si porta dietro. Quindi:
duemilaotto. un anno bisestile. un anno nuovo. che fa paura a guardarlo così, dall'altro. a vedere giorni, come incognite, tutti nuovi, da vivere uno alla volta, con tutto quello che si portano dietro. spero ci sia qualcosa di bello. spero di avere il carattere per affrontare quello che non sarà bello. spero che le persone che sono qui restino vicine. spero di costruire qualcosa. spero che non sarò sola. non mi faccio promesse questa volta. non scrivo la mia lista di buoni propositi. ci provo e basta. ci provo ad essere la persona che desidero.
Non ho nessun programma per questa sera. per quello che mi riguarda il tempo che passa ha il diritto di passare in silenzio, in un addio come un sussurro. Siamo noi che abbiamo bisogno di gridare per provare a farmarlo.

cambio rotta, cambio stile, scopro l'anno bisestile... (1.9.9.6.)