giovedì 3 luglio 2008

Crocevia rovente

Fa molto caldo nel mezzo di questo crocevia. Le strade si incrociano in questo punto, nel mezzo di nessuna parte. Il semaforo lampeggiante non è una guida utile per la scelta della manovra e della direzione. I cartelli stradali in questa parte del mondo lasciano il tempo che trovano, e comunque c'è sempre qualche lavoro in corso che confonde le idee. Cammino intorno all'incrocio cercando di capirci qualcosa e di non inciampare nelle rotaie del tram o nel masselli sconnessi della pavimentazione, di non finire sotto una macchina o qualche amenità del genere. Un soffio d'aria tra i capelli ed uno sguardo a questa Milano surrelare di luglio. Non sbaglierò direzione. Non questa volta. Ho una paura che morde la pelle. E un sorriso silenzioso e perfetto.
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Il tempo sembra voler sospendere il suo corso frenetico, almeno per qualche giorno. tempo. Tempo per pensarci. Tempo per lasciar schiarire un pò le idee. So con esattezza dove mi porterà questa strada stasera. Mi porterà al mare. E forse lunedì avrò dato un senso a tutto questo. O forse no. Ma in ogni caso tornerò ad affrontare questo corcevia rovente con una bella abbronzatura e, soprattutto, non sarò sola.

lunedì 30 giugno 2008

dettagli

Il mio mare è in tempesta oggi. Per tanti motivi che si intrecciano e si annodano in un groviglio cui non so più venire a capo. Una tempesta di afa e sudore, di sole implacabile a mezzogiorno.
Sento la confusione addosso, resa meno sopportabile da questo caldo che mi stanca le spalle, dalla casa presto troppo vuota che fa rimbombare l'eco dei miei pensieri, da questa estate che scombina le carte e mi fa sentire inesorabilmente stanca.
Il mio mare è in tempesta ed è alla mia baia tranquilla che penso, al piccolo porto dove posso mettere al riparo il mio guscio di noce. La brezza fresca di una sera d'estate. Il ricordo della sensazione del contatto che rende accettabile anche il fare i conti con la distanza e il silenzio, addosso a questo vago senso di solitudine.
Stop. Delle volte può servire spostare l'attenzione dall'insieme delle cose al particolare. Delle volte il guardare un dettaglio serve a far dimenticare il quadro, certo, purchè non diventi un'abitudine. Sono stata capace di fare di un dettaglio un'ossessione quindi so bene di cosa parlo e posso fermamente dire che per pochi attimi la fuga nel dettaglio può far bene, puchè di attimi si tratti. Per prolungare l'effetto è sufficente cambiar dettaglio. Poi un altro. Un altro ancora. Mai concentrare l'attenzione sulla stessa cosa troppo a lungo altrimenti si finisce col cadere da un'angoscia a un'altra che, per sua stessa natura, finirà quasi sicuramente con l'essere poeggiore oltre che totalmente priva di senso.
Ecco perchè per un attimo mi soffermo su quel porto tranquillo cui approdare e ne assaggio il buon sapore sulla lingua. E poi già svolazzo verso il ricordo di due ragazze chiuse nel bagno di un locale alla moda, di cui io una che detto una lettera d'amore tra un sorso di tequilasunrise e una risata sciocca. Alleggerita dalla frivolezza già corro di nuovo altrove, verso il futuro prossimo di un finesettimana al mare. E mentre il mio corpo già galleggia sul pelo dell'acqua i miei pensieri cercando di andare oltre, al furuto più lontano. E io stacco la spina.