giovedì 3 maggio 2012

swing low Alabama

Vorrei vivere in Alabama. Stasera.





Eppure sempre mi coglie quella sensazione di imbarazzo.
Di fronte a ciò che realmente significare pubblicare, rendere pubblico.
Alla consepevolezza di quanta presunzione di vuole, di quanto narcisismo.
Puro imbarazzo.


Chiedo perdono.
Lo faccio per necessità. Scrivere cose inutili intendo. Per bisogno e per piacere.
Pubblicarle poi è il brivido sottile di tragredire alla mia natura blindata.

mercoledì 2 maggio 2012

crudele

Oggi ha fatto caldo. Poche ore e mi sento già come se mi avessero spaccato le ossa a martellate e sfibrato i muscoli con una forchetta.

La stanchezza è una controversa compagna.

Rende insofferenti.
Rende egoisti.
Rende malinconici.
Rende facili al pianto.

Ma apre anche i sensi in un certo suo strano modo.
[Come il vento apre il cielo. Come una droga che scioglie la volontà in acqua.].
Come se avessimo occhi più grandi, orecchie più acute, pelle a chilometri.
Chilometri di pelle e tutto il corpo teso e porteso alle sensazioni. Amplificato. Come se, il corpo, fosse in grado di predisporsi e cogliere la più ampia gamma delle safumature possibili, con il più piccolo impegno di risorse. Ed è così poichè, ed è senza dubbio vero, il corpo sa tutto.

Ed è in questo stato dei sensi che mi trovo stasera.

Aperta.

Ed è uno stato pericoloso.
Poter vedere attraverso la pelle delle cose, poter risconoscere dettagli mai visti prima, poter scorgere oltre a ciò che è a fuoco. Mettere a fuoco lo sfondo. Ed oltre.

Vedere. Chiaramente.

E vedere chiaramente può far male. No, non è esatto. Fa male. 
Fa male agli occhi, ai muscoli del cuore, alle pareti dello stomaco, ai reni.

[il segreto è crollare addormentati prima dell'irreparabile. darla vinta alla stanchezza e all'oblio dei sogni]

E' un pericoloso stato dei sensi, dicevo.
Ed è pericoloso perchè d'un tratto, a partire da un insospettabile dettaglio, la vita si svela: crudele.
Crudele nel dolore. Crudele nella bellezza. Crudele da spaccare il cuore con una martellata.

E capisco come si possa in fondo desiderare di velare il bagliore di questi scorci. Abbandonarsi con fiducia alle banalità quotidinale, consolarsi con il vuoto delle ovvietà e delle conferme, con i bagliori delle apparenze ed riflessi sulla superficie. Gratificarsi. Consolarsi. Tranquillarzi. Divertirsi. Fingersi leggeri. Capisco perchè si finisce con il cercare la via più morbida per abbandonarsi.

Lo capisco.

Eppure, pervesamente, mi piace ancora guardare lo sfondo, cercare quel dettaglio. Risconoscere la sfumature feroce che sveglierà i sensi e la coscienza. Anche se fa male.
Mi piace ancora farmi colpire in viso dalla crudeltà. Crudele. 
Dettagli che espodono come bombe di luce abbagliante che ferisce gli occhi. Perdere il respiro. Soccombere la panico. Al dolore più sordo ed alla pura gioia. Ugualmente crudeli.

La vita è crudele. Ed è crudele esser vivi. Ma è meglio che esser morti.



GGS5RSYWKCVY

lunedì 30 aprile 2012

cosa si può fare per 10 ore al giorno?

Oggi sono in ferie. Ferie del 2011. Arretrate e in scadenza. 
Ascolto musica seduta sul tappeto mentre fuori piove. Piedi nudi e smalto... fuxia [tanto fa freddo e non lo vede nessuno]. Un bicchiere d'acqua frizzante con dentro una fetta di arancia. Rossa. 

Ferie arretrate. Perchè c'è da fare - molto da fare. E poi il contratto in scadenza - molto in scadenza. La finanziaria ha bloccato le assunzioni - di nuovo. La piccola percentuale sacrificabile - sei uno su migliaia. E poi il resto: eccetera eccetera. Che palle. 

Che. Palle.

Oggi sono in ferie arretrate e domani è il primo maggio.

Piove. E io mi godo il mio tempo. Libero. Libero e bello, di pioggia e vento. 
Io non ho mai saputo cosa sia la noia. Ci sono talmente tanti mondi oltre a questo. Da imparare. Da scorgere. Il problema se mai è trovare del tempo da liberare. 
Il problema se mai è tenere sempre in tasca un grimaldello per liberarlo il tempo. Per liberarne abbastanza: dalle questioni serie, dalle cose importanti, dalla cose che servono. Scassinare le serrature e portarselo altrove, quel tempo. Prenderselo. Pretenderlo.



domenica 29 aprile 2012

privilegi

Ad un certo punto ti devi rendere conto che il tuo punto di vista è un punto di vista privilegiato, quello di chi è stato educato al rispetto, che l'ha ricevuto, che sa di meritarlo. 

Soprattutto è questo. 
Il sapere di meritare rispetto, libertà, indipendenza (di idee, di scelte, di vita, di futuro) tanto quanto un uomo. Il saperlo perchè è così, punto. Non esiste esitazione o dubbio: è ovvio.
Ovvio.

Per cui all'inzio è anche un pò alle donne che dai la colpa. 
Perchè sono loro che dovrebbero essere indipendenti e prendersi la libertà ed il rispetto. Possono essere ciò che vogliono.
Basta volerlo.

Ma ci sono donne che non lo sanno. A cui nessuno l'hai mai detto quello che valgono e quello che meritano, che non hanno mai visto portare rispetto ed a cui nessuno l'ha mai portato, che non lo sanno. 

Non dovrebbe nascere più neppure un bambino o una bambina che possa mai essere neppure sfiorato dal dubbio. Dovremmo vivere la vita declinando in ogni possibile modo questa semplice verità. Dovremmo, perchè nessuno possa mai pretendere il contrario.


Petizione MAI PIU' COMPLICI