sabato 4 ottobre 2008

un posto che amo

il quadrato della finestra sul tetto fa da cornice al blu del cielo. Il sole disegna ghirigori sul legno del pavimento. adesso potrebbe essere ovunque. ovunque nello spazio. ovunque nel tempo. nelle stagioni. addosso una felpa di lisa simpson. ascolto jeff buckely fino allo sfinimento. attendo.
e nell'attesa incollo qui qualcosa di me. sorriso. lascio volare via i pensieri come cenere al vento. oggi mi sento così, inquieta ma finalmente tranquilla.
...

(qualcosa di me. un psoto che amo)

venerdì 3 ottobre 2008

senza calze

Oggi mi ha sorpresa alle spalle un temporale autunnale. Non una grigia pioggia invernale ma un cielo carico in tutti i toni dal blu al nero, colpito al cuore da lampi lontani e silenziosi. Quello che ne rimane è un vento freddo, che fa frusciare le foglie ingiallite, e la punta bagnata delle mie scarpette, ostinatamente indossate senza calze. E' questo autunno che mi riposta di nuovo a galla, aiutato da un dose massiccia di biancospino&passiflora e dal pensiero che è venerdì. E venerdì vuol sempre dire la fine di qualcosa. Anche se più che finire lascio tutto sospeso e scivolo nel finesettimana, come il punto tra due linee del codice morse. Un punto di sospensione.
Torno a galla dicevo. Lentamente e non senza un pò di stupore. Per gli occhi che si riaprono. E la luce che non me la ricordavo così intesta. Anche se l'apnea dura poche ore sembra sempre durare un'eternità. Lentamente e non senza un pò di imabarazzo.
Ombrellino aperto sotto la pioggia e vento. Va meglio. Potrei persino saltare in una pozzanghera, forse. Così, per divertirmi., per alzare un pò di spruzzi al vento. Certo, se non mi ostinassi ad indossare scarpette dalla punta tonda senza calze...


giovedì 2 ottobre 2008

scrivere sui vetri


Anche questa sera sono rimasta sola. In sottofondo i frusci elettrici dei pc lasciati accesi, delle luci acriliche, del fax. Fuori scende la sera, grigia e umida di autunno. Io la guardo da dietro il vetro chiuso, con le guance rosse come accade dopo una riunione troppo lunga. Con le mani fredde, con le dita sottili che sfiorano il vetro disegnando cerchi e cuori immaginari.

Sono davvero confusa. Confusa, nervosa, agitata. Non so cosa darei per ritrovare un pò di calma, un pò di pace. Non so cosa mi spinga a buttare nella rete i miei pensieri aggrovigliati stasera. Forse la speranza che una volta tirati fuori da me possano trovare spazio e luce per districarsi, per sciogliere i nodi. O, per lo meno, per trovare un pò pace.
Non so nemmeno da cosa o da dove potrei cominciare. Forse dalla mia pancia. La lancetta perversa del malessere. Io ho un serio problema di comunicazione con la mia pancia, siamo due ragazze costrette e vivere in un unico corpo. Si sa come sono le ragazze, un solo palcoscenico è piccolo per due prime donne. Siamo in guerra. E a volte abbiamo giocato sporco persino. Sia io, che lei.
Che poi la pancia è una bella scusa. Nei momenti come ora. E ce ne sono nella vita di momenti così, ma raramente così confusi. Una bella scusa su cui concentrare l'attenzione, le forze e i desideri. Nei momenti come ora dico, quando il resto appare inaffrontabile e totalmente fuori controllo. Posso odiare la mia pancia nella specchio. E pensare che dominandola riprenderei il controllo. E mi sento infinitamente triste perchè so che sono bugie. Assurdità. Perchè non posso finire col crederci di nuovo. E l'eventualità mi fa paura. Ed è paura che si aggiunge a tutta la serie infinita di timori e paure che mi piove addosso. Pioggia.
E sto qui a disegnare cerchi invisbili sui vetri perchè lo so. Che il controllo non esiste. E che forse a volte bisogna lasciarsi semplicemente andare alla deriva per ritrovare la rotta.
E mi sento un pò sola e un pò solitaria in questa sera silenziosa ed elettrica. E tocco la mia pancina e in fondo so che mia. Che siamo la stessa cosa. Che devo volerle bene. Che devo volermi bene. Volermi bene. Vado a casa.
...
(mi imbarazza. rilggere. ma ammettere le proprie debolezze è già qualcosa. anche se sono solo parole invisibili su un vetro)

martedì 30 settembre 2008

Shh

Silenzio intorno. Tutti se ne sono già andati. Verso l'acqua calda su un busta di ribes nero, ginseng e vaniglia per affogarci una cibaglinafast. Apro i libri e mi metto a studiare. Dentro l'aria surreale di questa sera autunnale di tramonto sfumato di neon e riflessi, dentro la calma assoluta che mi scivola addosso. Dentro il confrorto dell'immediato che distoglie la mia attenzione dal prossimo. Credo che se chiudessi gli occhi farei sogni bellissimi. O forse, per una volta, non sognerei affatto.

...
...se fossi musica sarei tori amos.

lunedì 29 settembre 2008

Tuning

Vorrei non scrivere niente oggi. Vorrei che di questa me non restasse traccia. Non so se sia il desiderio di celarmi agli sguardi o se sia il timore di guardarmi troppo a lungo negli occhi. Ci sono persone che finiscono sempre col sentirsi sbagliate. Io sono una di quella persone. Soprattutto io sono una di quelle persone oggi. Se avessi una gomma mi metterei a cancellare i miei contorni, a rimpicciolirmi, a farmi sparire. Un atteggiamento infantile che mi da sui nervi. Nervosa. Inquieta. In un percorso circolare che si annoda su se stesso per poi tornare sempre lì. Sbagliata.

Un’immagine a colori. Io. Io so perfettamente di essere a colori. Ma di colpo è come se tutti i colori svanissero, tranne uno. Cioè. Io resto sempre a colori, è la mia vista che lavora in scala di grigi. Segue un attimo di smarrimento in cui mi chiedo dove diavolo siano finiti i miei colori. E poi annego senza ritegno nella marea grigia che si porta dietro questa sensazione. Sbagliata. Come se in effetti fossi sempre stata grigia. E questo è il punto in cui mi trovo. Adesso. In negativo.

Delle due l’una. Posso andare alla deriva. E non ci sarebbe nulla di nuovo visto che questo è un mare dove mi sono spinta molto e molto al largo. Oppure. Posso mettermi a lavorare sulla manopola del tuning. E cercare i colori. E cercare di risintonizzarmi sui mie canali. Oggi.

Navigo piuttosto smarrita in cerca di una buona frequenza, una frequenza libera su cui trasmettermi in 256 colori (almeno). Ci mancava questo. Oggi.

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