venerdì 19 giugno 2009

Amo Milano, I Treni e ManuelAgnelli

Oggi ritorno a Milano. Un venerdì caldo di sole velato e nuvole all'orizzonte come promesse. Caldo, dicevo, e minuti di attesa alla fermata del tram. Risalgo a piedi la via Pisani, sterile e fascista nella sua architettura ostile. Scendo in metro, di corsa. 15 minuti al treno. Eppure sento che c'è qualcosa fuoriposto. Forse musica nell'aria. Nemmeno ci faccio caso talmente mi appartiene. Scritta sulla pelle, tra le ciccatrici e nei. Poi però ci faccio caso. Perchè le note sono quelle giuste, è il resto ad essere sbagliato. Il tempo. Il luogo. Il volume. Zompetto lesta sui passi e invece di scendere attraverso la piazza. Trasalgo. Una voce così dannatamente famigliare sulle labbra di uno sconosciuto. Singolare. Affascinante. La sensazione dico. In fondo sono io che mi sono appropriata di parole sue e le ho messe sulle mie, di labbra. Mi imbarazzo un pò. Ma resto. Ed è così che Manuel Agnelli mi ha fatto perdere il treno.
(Alla fine corro al treno successivo. Loro fanno un morso di PiccOlaIeNa. Oh yes. e io peso 10 kg di meno).
Amo Milano.



domenica 14 giugno 2009

Solo nel VeNto Sei sEmpre FelicE...

Caldo e sole. Vento che fa volare un vestito a fiorellini. Bici che va senza pedalare in discesa. E poi arranca. La città semi deserta. I parchi grondanti persone svestite e macchine parcheggiate ai margini. Ed io che passo, senza fermarmi. Le ombre degli alberi sull'asfato nero. I sensi unici. I marciapiedi. Aria e silezio e pensieri che mi si aggrappano ai capelli per non volare via o che arrancano di corsa per non restare indietro. Certi sorrisi sghembi che hanno un sapore dolce di ciliegia e gelato al fiordilatte. Certi momenti che non hai bisogno d'altro. E fermeresti il tempo. Lì, in bilico, tra la gravità del reale e la leggerezza degli attimi.
Tornare a casa. Una doccia e un vecchio cd dei venus. Ed il domani che incombe, il futuro, i sogni e il reale. Ed io che non lo so, che cosa sarò domani.