sabato 22 marzo 2008

di nuovo

[A volte bisogna mettersi a camminare per riuscire a capire dove si sta andando. A volte la strada non porta da nessuna parte. A volte serve solo camminare. A volte non serve a niente neppure quello. I pensieri confusi seduta sul treno per tornare a casa senza sapere davvero dove mi trovo. Tutto passa, intorno, e io resto, immobile.]

C'è il sole sopra la mia testa. Il mio cielo è azzurro intenso, senza nuvole. Mi sento una bambina dentro la mia pelle. Vorrei essere semplice delle volte. Vorrei essere elementare. Matematica. E invece resta quella variabile. Impazzita. A mandare all'aria tutti i miei calcoli. Le carte sono mescolate sul tavolo e devo rimetterle in ordine. Un ordine nuovo. delle volte sono stanca. Ma è inevitabile. Non posso fermarmi [arrendermi].
Questa sono io. Pazienza se non v'è diletto nella lettura.

mercoledì 19 marzo 2008

Il principe azzurro

Biancaneve comincia a vivere il giorno in cui si rende conto che il principe azzurro non esiste. Fino a quel momento è solo una ragazzina frivola pronta a buttarsi tra le braccia del primo imbecille a che le sussurri dolci parole di [miodio] amore e le prometta di [miodio] adorarla in eterno. Per fortuna la vita non è questa per quasi certamente Biancaneve finirebbe per strangolare il principe azzurro sfinita dalla sua adorazione [bleah] perpetua. Via, l’amore è un'altra cosa. In amore nessuno adora nessuno, non si tratta di immagini sacre ma di due pugili che salgono sul ring [deng]. Non vorrebbe mai, Biancaneve dico, essere adorata. Solo amata e detestata con pari intensità per quello è [e la ragazza è molte, molte cose]. Ha smesso di aspettare che il principe la salvi con un bacio, un po’ di citrosodina e va giù anche la mela più amara [con un delizioso ruttino liberatorio]. Biancaneve s’è data da fare e s’è messa in società coi nani per gestire la miniera e ha fatto della casa un agriturismo [cammina con le sue stramaledette gambe]. E sale sul ring ad affrontare il principe col sorriso di una donna e non come una pupa da cartolina. E lo ama anche se la critica, se non le regala fiori, se le da dell’isterica e se, a volte, la manda affanculo [e altro, altro ancora]. Lo ama anche se il principe non è azzurro, se non è perfetto. In fondo neppure lei lo è, perfetta. E le piace così. Coi guantoni e il paradenti. Le favole sono roba da bambine.
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buona giornata

faccio colazione davanti al pc con una barretta ai cereali&wildberries e te alla cannella. per ora lascio i neon spenti e mi godo il silenzio e la luce del mattino. strano modo di inziare la giornata, un pò solitario e un pò malinconico. la quieta attesa della tempesta delle ore che verranno. mi godo e il mio te e ci annego la barretta fatta a pezzetti. ho qualche nuova idea che mi frulla per la testa e questo mi fa sentire stranamente effervescente. come fossi sul punto di iniziare qualcosa di nuovo. buona giornata...
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[non mi sono mai azzardata a fare un full irish breakfast, ma il ricordo è una musica calda ed emozionale che si confonde con questo cielo atlantico sopra milano. la sala da pranzo di Joan e il suo b&b sulla Galway bay.]

martedì 18 marzo 2008

come una farfalla

Mi suona un po’ strana in testa la musica di questa giornata. Leggera e fragile come una farfalla. Mi sento come se avessi la febbre. L’aria è fresca e tersa, il cielo una macchia di azzurro senza soluzione di continuità. Immagini sparse mi colpiscono la mente, in ordine apparentemente casuale, evocative di momenti passati, o forse presagi di momenti futuri. Non saprei dire dove finisce il ricordo e dove comincia l’immaginazione. Forse non c’è differenza. Basta lasciarsi trasportare. Fuori. Altrove. Dai leggeri battiti d’ali dei miei pensieri, dalla fragilità dell’istante. Breve bagliore subito spento dallo sbattere le mie ciglia.
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La sera lenta lenta scende sul cielo sopra Milano e sui miei occhi. Mi piacerebbe uscire e camminare e vagare un po’ nello stomaco di questa città, lungo i fili di asfalto che si aggrovigliano in questo gomitolo di persone e cose e luci e ombre. Invece uscirò e scivolerò con passi liquidi verso il treno, per cercare di raggiungere la porta di casa prima che la sveglia sia pronta a suonare di nuovo. Le giornate incalzano e io seguo il flusso un po’ in affatto ma, tuttosommato, tengo il tempo.

lunedì 17 marzo 2008

Domani sarò migliore

Non tutte le giornate sono belle giornate. Delle volte finisce che devo ingoiare un boccone un pò troppo amaro. Delle volte finisce che ho troppo da fare e faccio meno bene la cosa che avrei dovuto e voluto fare meglio. Delle volte sono stanca e vorrei spegnere la luce, chiudere la porta. Della volte vorrei solo tornare a casa e invece devo restare ancora. Delle volte non vedo l'ora di addormentarmi per riuscire a non pensare più a niente. Delle volte è solo lunedì ed è un lunedì da dimenticare. Delle volte è adesso. Sono un pò abbattuta nella mia pelle, occhi tristi, dita nervose. Nessuno a cui dare la colpa. Nessuno da biasimare. Nessuno con cui gridare o piangere. Mando giù tutto e provo a matterlo dietro le spalle, oltre che nello stomaco. Che importa se fa un pò male. Domani sarò migliore.

domenica 16 marzo 2008

Domenica sera

Le sette e mezza. I colori di una domenica sera. Che sfuma nel tramonto. L'ultima sera d'inverno. Il primo temporale dell'anno. Straiata sul letto lavoro un pò distratta. Tante cose. Momenti. Mi sembra strano sentirmi così serena nonostante questa giornata mi sti sfiorendo tra la mani. Mi lascio sfiorare dalla sensazioni senza pensarci troppo. Leggera. Sarà che mi hai cambiato la vita...