sabato 29 ottobre 2011

Nella biglia gigante (cit.)

Passano i giorni. E le parole sfuggono chissà dove nel vento, si secca l'inchiostro dentro le penne ed i pensieri restano in trappola. Senza suono. Senza valore. E non sempre basta fare qualche scarabocchio perchè le penne ricomincino a scrivere di nuovo.
Vorrà dire che se la penna blu non vuole saperne, passerò alla rossa.
Perchè l'autunno incalza e si consuma, le ruote mangiano i chilometri di autostrada e la pioggia non sembra voler arrivare.
E queste pagine muoiono di nulla e di noia. Di assenza e, forse, di lontananza, perchè è da qui che sono troppo lontana. E qui è adesso e altrove, molti luoghi ed un solo.
Sono lontana e smarrita. Sono distante. Sono sulla strada. Ed è una delle cose che so.
Sulla strada non ci si può fermare, di questo sono convinta. Che bisogna andare avanti, passare oltre. Oltre ciò che non si comprende, verso ciò che non si sa cosa sia. Le risposte arriverranno, o forse no. I problemi si risolveranno, o forse no. Forse sarà peggio o meglio o peggio ancora. Questa è la cosa che so tra quelle che non so. Che sono sulla strada e sulla strada bisogna solo andare avanti.

E gomme e benzina che si consumano. Vedo nello specchietto un viso e mi domando se è il mio viso e se ancora mi appartiene. Alzo la guardia e abbasso la sicura della portiera. Continuo a guidare. Senza domande e senza distrazioni se non certe canzoni che mi suonano in testa come mantra sanguinari o come i rosari dentro i cimiteri.
L'autostrada corre dritta tra qui e chissà dove. Scrivo parole a vanvera. Il mio cuore è una farfalla nel petto. Battiti d'ali in fuga dalle domande e dalla paura di lasciarsi andare. Di abbandonarsi al vento, al tramonto e alla strada. Di scoprire le carte e perdere. O scoprire, in fondo, di non saper neppure giocare.

venerdì 7 ottobre 2011

Who knows

Prendono a morsi la mia fiducia. Ogni giorno. Mi divorano. Resta il fastidio, l'imbarazzo, l'amarezza. E quando va bene la rabbia.
Ma non e' tutto marcio. Non e' tutto perso. Se cammino nel vento che ha pulito il cielo e sparso le foglie e portato l'autunno. Se c'e azzurro. Se ci son ancora ali. Se ci sono persone per cui vale la pena. Ci sono pomeriggi d' ottobre pieni di vento in cui camminare. Pomeriggi in cui tutto sembra possibile. E io ho fantasia.
Mi chiedo se sono una persona per cui vale la pena. Qualcuno da pensare quando c'e troppo blu. Quando il vento rende possibile essere quello che vuoi. Se ci sono cieli e occhi anche per me.Who knows...

mercoledì 14 settembre 2011

metallo

niente è mai dimenticato. solo sopito. addormentato a forza con i sonniferi sciolti nel latte. ma è uno stato temporaneo. il risveglio sarà confuso, nauseato e violento.

e poi verrà solo una delusione sorda, senza speranza. e tu, bambina, sarai adulta.

certe persone non cambiano. sono come una pagina, una pagina che credi averla girata ma è sempre la stessa pagina. e tornerà a ferirti. a deluderti. e sarà ogni volta peggiore. finchè lo accetterai come fosse normale, inevitabile. e porterai addosso le delusioni come metalli pesanti dentro le cellule. ma non sentirai più male. e tu, bambina, sarai adulta.

e ci camminerai sopra, senza guardare. e andrai oltre, senza sanguinare. e non te ne accorgerai neppure. e tu, bambina, imparerai a fottertene.

sabato 25 giugno 2011

insonnia

E' a te che penso in certe notti senza riposo.

Alla tua forma tra le mie mani. Linee da percorrere con gli occhi chiusi. Linee che sono musica, una musica che so suonare. Pelle. Come ritrovarsi quando si e' persi. Dispersi. Di nuovo.

Anche se. Distratta dal canto di chissà quali sirene. O troppo stanca. O troppo sola. O troppo distante. O chissà dove. Da chissà dove è a te che penso nelle mie notti senza riposo.

E' te che cerco. Seguo il tuo suono nel vento. Ne seguo l'odore. L'odore del vento che come in sogno mi riporta a casa. Qualunque cosa essa sia.

domenica 19 giugno 2011

Oltre il buio

L'esplosione dei colori e della luce. Il buio sembra non arrivare mai. La chiamano estate. La chiamano dannata estate. La odio stasera. La odio e la amo nel modo perverso in cui si ama anche cio' che fa male.
Luce. Abbagliante. Insonnia, gastrite. Notti infinite. Sogni interrotti, agitati, sfocati. Le ore di veglia che aumentano e si allungano. Sere rosa e azzurre che allungano gambe lunghissime oltre l'orizzonte. Stelle. Notti. Albe. Giorni. Cielo a strafottere. La odio. La amo e la odio. La odio.
tutti i sensi aperti. Ai suoni. Al vento che asciuga il sudore sulla pelle. Agli odori. Gli occhi riescono a vedere sfumature nuove. Troppo. Troppo tutto insieme. Stupore e lacrime. Malinconia a cucchiate. Nostalgie per immagini sfocate oltre l'orizzonte. Dolore sordo. Pura gioia.
Sopraffatta. Mi arrendo. All'estate. Che faccia di me ciò' che vuole.

lunedì 13 giugno 2011

Dormire

Succede.


Di svegliarsi all'improvviso. Nel buio. Di non riuscire a respirare. Come se non ci fosse più aria abbastanza. Come se non ci fosse più tempo abbastanza.


Succede. Di pensarci. E ripensarci. E di sentire la stanchezza salire dalle caviglie alle vertebre del collo. Ed avere paura. Di dormire.


Di provare a scavare con la punta delle dita. Dentro. Tra le costole. Nella carne tra lo sterno e cuore. Nei polmoni. Con la punta delle dita. Sfiorando appena. Per paura che possa far male.

domenica 12 giugno 2011

quorum

Ho votato.

La scrutatrice in chat sull'iphone mi ha fatto il favore di segnare il mio nome e darmi la matita. Nessuno si è premurato di dirmi in che cabina andare. Le urne erano rivolte al contrario a non ho potuto imbucare le mie schede. Nè buongiorno nè buonasera. Alle 11 passate il mio seggio era al 3%.

Ma dove vivo?

Dove??

lunedì 6 giugno 2011

la calma

Tutto è calmo.


Una calma che sa di punture di insetto e prurito. Una calma di ortiche e veleno. Una calma che calma non è.


Nulla è calmo.
Pioverà. Di nuovo. Questa estate potrebbe decidere di non venire mai. Potrebbe essere già finita. E mi calzerebbe meglio di così. Quest'estate al tempo troppo stretta e troppo larga. Ancora prima di arrivare. Non c’è nulla nella mia bocca che sappia d’estate. Nessuna voglia. Ma non escludo che una sera lunga, rossa e distorta potrebbe farmi cambiare idea.


O potrebbe farmi cambiare e basta.
Alzo il volume.


Pioverà di nuovo. E mi bagnerò il viso e i capelli. E mi bagnerò le ciglia. E mi bagnerò le mani e la punta delle scarpe. E forse finirò con il desiderarla, l’estate. O forse no.


Forse finirò con il desiderare e basta.
Nulla è calmo. Sotto il bordo delle mie ciglia. Nulla è calmo. Dentro la piega delle mie labbra. Nulla è calmo.

domenica 5 giugno 2011

il prezzo

pioggia. che siano di pioggia e temporale. che siano vento. e fulmini. che sia acqua che lava la strada. che cancella i segni di pneumatici nella polvere. che cancella le impronte dei mie passi. in circolo. intorno. ai pensieri. alle cose inutili. alle parole inutili. ai sorrisi violenti.


questo è reale.

io sono reale.

conto le ore
che mi restano
prima di svanire.


again.



venerdì 3 giugno 2011

e se non sarà sereno tanto meglio

Quello che era la soddisfazione di un quotidiano bisogno è diventanto un privilegio. Un lusso per occasioni speciali.


Ma il cielo non è cambiato. Ma io non sono cambiata. E l'urgenza è la stessa. Il bisogno. L'esigenza. E tutto quanto non trova parole finisce per restarmi sospeso tra i pensieri, nello stomaco e sotto la pelle. Brividi e spine. Vento caldo. Deserto.


Ho addosso una stanchezza che sembra accumulata da mille anni di cammino. Ma sono molti di meno. Ma io sono molto di meno.


Sere che sanno di pioggia e caldo. Vento che porta via l'umidità e i temporali. Chilometri a piedi nudi sul pavimento. Sogni disturbati. Interferenze.


Le interferenze delle persone da due lire che continuano a parlare e che mi consumano l'aria e che mi lasciano arida e spenta. [Arida e spenta miodio, come certe braci inutili, come certi corpi vuoti]. E loro parlano ancora. E ancora. Ed io che non riesco a gridare figuriamoci a gridarci sopra. E parlano. Parole inutili all'infinito.


Ed è quando. Quando continuare a pensare è quasi un dolore. Ma poi preferisco ancora il dolore di provare qualcosa che la calma piatta di non provare più niente. Anche se annullarmi sarebbe più facile. Ma io ci sono e respiro ancora.


Oggi chiusa nella calma irreale di questa stanza. A distanza di sopravvivenza. Ripasso le due o tre cose che mi fanno stare meglio. Che danno un senso al colore del cielo e alla piega dalle mie labbra. Che mi fanno sperare di essere ancora qualcosa di meglio, di avere ancora qualcosa da dire [di avere ancora aria da respirare, tramonti da bruciare, notti da vegliare, mari in cui nuotare con la testa sottacqua, vento da cui farmi asciugare gli occhi] e di avere io dentro quello che non c'è fuori.

venerdì 6 maggio 2011

go on writing

A volte mi sembra ridicolo tornare a scrivere ancora. E ancora. Parole. Vaghi concetti. banalità quotidiane. E di peggio dell'essere banali c'è solo avere la presunzione di avere da scriverne.
Cancellare. Disintegrare. Distruggere le tracce. Lasciare il silenzio. Ed il beneficio del dubbio. Meglio che dare la certezza della banalità.
A volte. A volte me ne frego. E scrivo a basta.

venerdì 18 marzo 2011

Caldo




Qualche suono a labbra socchiuse. Dentro queste mattine precoci. Dentro questo caldo improvviso come un colpo di fucile. Dentro queste sere che non arrivano mai. Mentre ti aspetto ascoltando musica da youtube e leggendo l'ultimo capitolo de La torre nera.
Conosco a memoria le parole della nostra canzone.


Sono stanca, accecata da questa improvvisa ed interminabile luce. Iperstimolata. Tutti i canali aperti. Gli occhi grandi e gonfi per il sonno macanto.



Non ho bisogno di guardare i ponti che bruciano alle mie spalle.



Non ho bisogno di farmi leggere la mano da una zingara con i capelli scuri e un rubino al dito.

è adesso.

domenica 13 marzo 2011

mah

Sto diventando amara. Basta sfogliare le pagine per ascoltare lo sfiorire della mia fiducia. La realtà che consuma quella mia ostinata innocenza come le onde mangiano gli scogli. Impercettibilmente. Inesorabilmente.


E poi mi ostino. Io ancora ci credo. E ci credo in un modo che non chiede complemento oggetto. Come una stupida. Ed è questo che mi rende amara.


martedì 8 marzo 2011

la rabbia

mi chiedo quante volte ancora (dovrò lasciarmi deludere irrimediabilmente). mi chiedo quanto forte (mi colpira il destro, inaspettato, allo stomaco). mi chiedo quanti e queli fiumi (dovrò piangere senza piangere davvero).

e quante volte dovrò fingere.

e quante volte dovrò gridare solo nella mia testa.

e quante volte riuscirò a girare la pagine senza soffocare. senza fare tutto a pezzi.

vorrei poter mandare tutto all'aria. mandare tutti a quel paese che tanto si addice loro. vorrei. ma non posso. per via di quel senso del dovere, di quel buon senso, di quella naturale accomodanza.

ci sono persone che vi deluderanno. e poi vi deluderanno ancora. e vi faranno male. e vi puntaranno alla schiena le vostre debolezze come fossero armi. alla schiena, badate bene. mai dritte in viso. ci saranno persone così e ben peggiori di quello che potrete immaginare.

ci saranno persone che lo faranno. e spero che saprete rimetterle al loro posto meglio di quanto riesca io stasera. Io. Io non so da che parte si comincia.

martedì 1 marzo 2011

black

vi è mai successo?
di desiderare solo chiudere la porta. togliere i vestiti. spegnere la luce. spegnere le voci. spegnere la gente, le cose, i pensieri. soprattutto i pensieri. piangere come bambini. nascondere la testa sotto le coprte come bambini. come bambini.
come chi non vuole più uscire di casa. che poi in fondo posso capirlo. come nascondermi tra le tue braccia e chiederti di nascondermi. di curarmi.
vi è mai successo?
di sentivi sfiniti. di accorgervi che non c'è modo giusto e che provare a cercarlo è una fatica senza speranza. di sentirvi troppo stanchi per provare di nuovo. per cercane di nuovo.
vi è mai successo? anche solo per un attimo?
passerà?

domenica 6 febbraio 2011

Una ragazza per bene

Come sopravviere a quello che mi aspetta.
Non saprei. Per ora cerco di escluderne il pensiero dai miei pensieri. Dal mio orizzonte.
Tentativi fallimentari.
Perchè certi pensieri sono urticanti. Quando ti accorgi di averli in testa è troppo e finiscono con l'avvelenare anche questa domenica piena di luce.
Non sono una santa. Ma una ragazza per bene.
E non voglio che sia altra se non questa la mia bandiera.
Posso ancora guardarmi allo specchio senza dover inventare favole per sostenere quello che vedo. Per tutto ciò che nel bene e nel male significa. Non voglio altro se non quello che una ragazza per bene può ottenere. Il resto non mi interessa.
Voglio essere questo. Una ragazza per bene.

giovedì 27 gennaio 2011

sfondami il cuore

C'era neve fuori dai finestrini del treno. Un te tiepido e amaro. Un pacchettino di bucaneve. Una cibalgina fast. Due. Le pagine di Milano di Repubblica. Quattro chiacchere tese. E poi via via meno tese.
E ho pensato a te. Ci ho pensato come se d'improvviso mi mancasse l'aria. Come se il treno non toccasse più i binari. Come se si rovesciasse il cielo. E mi è parso che se non fossimo arrivati fino a qui insieme nulla avrebbe senso. E mi è parso che sei dentro ogni cosa. In questa mattina gelida. In questo viaggio. In questa musica. Ciò che è mio è tuo.


domenica 16 gennaio 2011

Il mio personaggio

Arrabbiarmi con te da morire e poi, a metà, scoppiare a ridere. Sfuggire il mio personaggio. Non restare fedele al copione neppure fino alla fine della discussione, neppure per cinque minuti interi. Un delusione. Una liberazione.

giovedì 13 gennaio 2011

let's all meet up in the year 2000

Una giornata lunga e lenta. Poi finalmente scende la sera lungo i binari del treno. La sera che ha le sfumatura del rosa e del blu. La sera che ha l'aspetto delle cravatte allentate dei pendolari. La sera che, se guardo verso nord, ha i tuoi occhi.
E l'ho detto perchè suona da dio.
Mi sarebbe piaciuto cantare. Temo non mi sia riuscito. Potrebbe forse venirmi meglio se non mi verognassi così tanto. E mi fa ridere che sorridi mentre esaspero il mio stridere cantando a memoria i testi più assurdi. In macchina. Mentre dici di smetterla. Ma ridi.
(Amo questa canzone. Una vertigine pensando che il futuro è già passato)


mercoledì 5 gennaio 2011

un certo numero di cose

Ho freddo. Perduta nell'inverno di questa mattina. Perduta e basta. Dentro un numero di cose troppo grande. In cose troppo grandi. Ci provo.
Questa mattina non riuscivo a dormire. La mia sveglia biologica non sente ragioni e non conosce vacanza.
Pensavo.
Che è stato bello partire. Che è bello poterti raccontare le mie promesse per il nuovo anno senza vergognarmene. Che è bello ridere di me. Di noi. E sorriderne. E mangiarti un pezzo di pizza. E aprire la finestra per fotografare l'alba mentre tu dormi.
Pensavo.
A come è naturale. E a come è complicato e difficile da ottenere. Il futuro dico. E avremo anche quello. Vorrei che per una volta fosse facile. Vorrei che i pianeti fossero allineati. Vorrei le premesse. E le promesse.
Guardavo i miei occhi riflessi nello specchio mentre lavavo i denti. Lo specchio. Il mio dentro e il mio fuori. Le cose che contano. Quella che fanno male. Le battaglie e le guerre. Perse e vinte. Combattute. Le ferite e le paure.
Credo che nulla sia facile. Nulla che conti qualcosa almeno. Mi lascio sommergere da tutte queste cose. Mi conforta sapere che non sono sola. E mi piacere poterne ridere. Di me.
E se alle fine riusciremo a credere nelle nostre promesse...