Cose. Il quinto giorno che sono alle prese con una specie di virus che mi fa sentire uno shifo ma che, per mancanza si sintomi evidenti, non mi entrare a pieno titolo nelle righe degli influenzati. E così resto nel mio limbo e faccio lo stesso tutte le cose che farei normalmente facendo il doppio della fatica e guadagnandoci il doppio della stanchezza. La mia incapacità di fare l'ammalata è una condizione che detesto. Voglio una settimana di divano, coperta e cartoni animati ma temo che quel tempo sia definitivamente passato. sigh.
Tra la cose che ho fatto lo stesso oggi due.
La prima stamattina, la stramilano. Trovo sia una cosa carina e, passatemela, emozionante. E così mi sono alzata presto nonstante fosse domenica e nonostante il resto (me me me e me) e mi sono presentata con la mia pettorina e le scarpe un poco infangate in quella piazzaduomo surreale, prima vuota poi piena di persone e palloncini rossi che fa da sfondo alla partenza. Colpo di cannone, brividino e via. Sono sopravvissuta ai chilometri (mica troppi a dire il vero) nonostante il mio stato pseudoinfluenzato senza migliorare il mio tempo ma anche senza peggiorarlo. Un pareggio insomma, e ci sta, con tanto di arrivo dentro l'arena.
La seconda, 5 canzoni che sanno di me. Ed ha passato la palla, e sia. Cinque canzoni sono difficili da scegliere, se riscrivessi la lista tra 5 minuti (o cinque minuti fa) le cambierei tutte probabilmente. Ma adesso sono questa (premetto che esulo da musica e testo e ne faccio una questione squisitamente emozionale), in ordine sparso (o forse no):
Disarm, degli Smashing Pumpkins. Tutto quello che è rimasto di buono e di bello nei miei ricordi di quegli anni un pò selvatici e un pò esasperati che sono stati l'adolescenza. Quella parte di me che da là sono riuscita a portare qua.
The boxer, Simon&Garfulken (si scriverà così?). La mia storia d'amore. Una cassetta di plastica grigia. La fine della vita come la conoscevo.
Lover you should have come over, Jeff Buckey. In diretta da un periodo un pò nero. Dal mio periodo peggiore. Quando sono scivolata già dal paradiso e la vita è divenatata, tutto d'un tratto, la vita vera. Si scende, si scende, ma poi, ad un certo punto, si ricomincia a salire.
Varanasi baby, Afterhours. Un periodo diverso. Più maturo. Ho sempre desiderato, tra l'altro, farmi una maglietta con scritto varanasi baby, am questo non c'entra molto, credo.
Into my arms, Nick Cave. Adesso, on air. Una volta al giorno almeno, o anche di più.
Ora, prima di andare a fare un te a sprofondare nella mia condizione di paseudomalaticcia passo la palla, con permesso a Simo, a Dado e a Fra (se risorge).