giovedì 13 settembre 2012

Higashi no Eden

Washington d.c., fronte casa bianca. Un ragazzo nudo con un cellulare e una pistola ed una ragazza con un cappotto rosso ed una valigia. Inizia così Higashi no Eden, prima di cedere il posto alla titol track degli oasis. 
11 ipisodi la serie e 2 film in coda.
Non male. Mi manca il secondo film, Paradise lost, al quale mi dedicherò stasera.
Merita. L'eta dei personaggi e' insolita per un anime e la trama sfugge ai consueti schemi. Una ragazza, Saki,  sfugge all'insostenibilità dell'incertezza che segue il termine degli anni universitari (e chi non ne sa qualcosa?!) e fa un viaggio negli USA dove incontra il nostro eroe, Akira, un ragazzo senza memoria, nudo e con una pistola, che alla prima occhiata ci appare come un terrorista.
Ma sarà così?
La ricerca della memoria perduta di Akira ha sullo sfondo il Giappone inquieto dei need e ferito dai crateri di uno "sconsiderato" attacco missilistico. Il migliore dei dodici selesao riuscira' a salvare il Giappone o spenderà' i suoi miliardi di yen per farlo a pezzi?
La trama ha un ritmo altalenante e personalmente ho apprezzato i rallentamenti piu delle accelerazioni. Il tempo lento delle attese e dei dettagli, che poi e' il tempo della vita reale. 
Perché la trama principale fatta delle regole della selesao, delle richieste impossibili soddisfatte da juiz e della mission impossibile di salvare il Giappone poggia su uno sfondo realistico e reale che e', a mia giudizio, la vera forza della storia. 
L'insoddisfazioe di Saki, i suoi colloqui fallimentari, la frustrazione di vivere alle spalle della sorella e del cognato, l'incertezza sua e dei need di Eden of East, combattuti tra i propri progetti e le sirene di una vita ordinaria (ed una volta realizzato il proprio progetto non rischiano essi stessi di diventare del tutto simili a ciò cui sono fuggiti? E' forse l'unico modo per sopravvivere in un paese che, tra le altre cose, ha messo una tassa del 100% sulle eredita') danno alla storia quel valore aggiunto che ti fa desiderare di non arrivare alla fine troppo in fretta.
I disegni sono belli. Punto. Ho letto qualche critica per l'aspetto troppo adolescenziale dei personaggi. Ma, mi chiedo, l'adolescenza non e' forse la gabbia della piccola Saki (solo sua?). Una gabbia dorata ma pur sempre una gabbia, chiusa da tanti, troppi lucchetti, le chiavi dei quali si conquistano solo a caro prezzo.
I personaggi quasi sempre riescono ad evitare gli stereotipi onnipresenti negli anime e anche se i caratteri risultano a volte riconoscibili non sono scontati. 
La storia d'amore e', come il resto, tenue. A volte esasperante nel suo nom esprimersi. Ma in fondo possiamo desiderare qualcosa di meglio della scena sul lungomare. Come to my place. Pazienza se poi e' Saki a dover andare su e giù per il mondo a ricordare al suo eroe di essere un eroe.
Voto 9.5