giovedì 7 giugno 2012

302

Il treno mi informa di procedere a 302 km/h.
Il bicchierino di carta mezzo vuoto di tè si raffredda. Limone. Niente zucchero, grazie.
Procedo all'inverso.
Poichè è un viaggio all'inverso il ritorno. Poichè trenitaliapuntocom mi rema contro, è un dato di fatto.

L'alta velocità mi da la nausea. Soprattutto seduta in reverse.
302 km di nausea ogni ora.

L'Emilia si assesta sotto il solo di giugno. A Milano è brutto, dicono. Meglio che lo sia, altrimenti lo sbalzo termico dal treno alla banchina mi sarà fatale.

Il tè è sempre meno tiepido e sempre più amaro. La pianura sempre più eterna. Infinita. Verde e gialla.

Tutta questa pianura che non da tregua è un mantra, a continuare a guardarla finisci per scordarti dove sei. Dove stai andando.
Dov'eri un'ora fa.
Tutta questa velocità e questa pianura fanno male.
302 km di nausea all'ora per 302 km.

Vorrei che qualcuno mi prendesse per mano. Vorrei che qualcuno mi sussurrasse all'orecchio le risposte.
302 km di ansia pura.


lunedì 4 giugno 2012

dreams

Dove finisco i sogni la mattina quando apri gli occhi?
Dissolti nell'alba, annegati nella tazza del caffè o giù nello scarico del bagno.

Dove finiscono i sogni quando diventi grande?
Dissolti nei doveri, annegati nell'incalzare di giorni, traditi.

Io non saprei dirlo. 

Raramente faccio bei sogni la notte. Più spesso incubi di pura angoscia di cui non resta traccia nell'improvviso risveglio. Oppure, se sembrano belli e ne conservo il ricordo, hanno sempre un che di inquietante che, bè sarebbe stato meglio non sognarli affatto.

Eppure so sognare. Con gli occhi aperti a guardare chissà dove. Ho sognato. Ho guardato i miei sogni morire. Assassinati. Ma poi ho sognato di nuovo.
Nell'unico modo in cui sognare. 
Timidamente. 
Nel modo incerto e leggero in cui si sognano sogni d'aria e vento. 
Senza peso.