Nuotare in una piscina scoperta e stupenda, piena di sole e azzurro. Felice come una bambina. Sguazzante e implacabile nel conteggio delle vasche. Cinquanta. Per poi lasciarmi galleggiare o nuotare un pò, piano piano. Mi pareva di essere sola quasi. Mi pareva che non esistesse altro in effetti. [Ho voglia di andare al mare].
Ed è così che cancello la stanchezza di questa settimana elettrica. Un albicocca. Un libro di vampiri neppure troppo originale. L'aria calda che entra dalla finestra. Io. Morrisey on air.
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E' difficile ritagliere un angoletto di calma nel flusso vorticoso degli ultimi tempi. E difficile non pensare. Non pensarci. Non chiedermi che cosa ha questo mio corpo di sbagliato. (e questa è una cosa). Non chiedermi che cosa ho sbagliato io, se qualcosa ho sbagliato. (e questa è un'altra). Non chidermi cosa ci sarà, dove diavolo sto andando stavolta, che cosa sarà di me, di noi, quando toccherà anche a me raccogliere qualche cosa, perchè, come. E molto altro.
E' difficile non farsi sopraffare da tutto questo. E' difficile non diventare pazza all'idea di non riuscire ad essere una normale ragazza, come se ne vedono in giro a mazzi, con la vita risolta (sfacciata invidia). E' difficile accettare il fatto che forse sono io a non volerlo. O forse no. O forse si. Insomma, è difficile non farfugliare pagine di folli pensieri incollati inseme per sbaglio, a casaccio.
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Perciò mangio la mia albicocca e cerco di non pensare e basta.
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Posso solo aspettare a questo punto. E mentre aspetto, col mio libro di vampiri, Morrisey attacca l'incipit inconfondibile di quella sua microscopica e bellissima canzone e io, in silenzio, canto con lui. Io non ci riesco a smettere di sognare. Stavolta.
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so, for once in my life let me get what I want
Lord knows it would be the first time... [The Smiths]