giovedì 5 febbraio 2009

casa (ieri)

Una nuotata lunghissima e silenziosa, la strada del ritorno bianca di neve e nebbia. Pasta e verdure, caffè. Avevo dimenticato di come fosse la giornata in questa stanza. Alzo il volume. Eddie Vedder. Metto qualche goccia di arancia amara nel bruciatore. Cerco di scrivere la stramaledetta tesi. Mi sento leggera. Stranamente. Nonostante tutto. Nonostante il momento sia così complicato e io mi senta così, miodio, fragile. Fragile mentre cammino sul bordo della scogliera. È c’è vento e tempesta ed il mare che si infrange sugli scogli dividendo le onde in una moltitudine di spruzzi bianchi. Scivolare, cadere. È un attimo. Cammino con le braccia allargate per non perdere l’equilibrio, piedi nudi sulla roccia viscida. L’acqua che sferza il viso. E quello che penso, quello che penso sotto l’apparenza di fragile creatura in balia degli elementi, è che c’è qualcosa di maledettamente bello in me, nel momento, nell’esserci. Qui. Ora. Se vuoi una cosa nella vita allunga la mano e prendila.

martedì 3 febbraio 2009

desideri

Lieve. Un brivido mi corre lungo la schiena, fino alla nuca. È una fredda giornata d’inverno. Un cielo bianco di neve appena passata. Un tempo pieno di cose da fare, di preoccupazioni ed impegni. Muovo la bustina di te verde ai mirtilli, il secondo da questa mattina, dentro l’acqua bollente. Provo, per un attimo, a mettere da parte il mio esercito di piccole angosce. Provo, per un attimo, a stabilire una tregua. La stanchezza e il silenzio. L’inverno.
Negli ultimi giorni mi ritrovo a non avere più neppure il coraggio di desiderare. I desideri hanno quella capacità perversa di trasformarsi inevitabilmente in delusioni. I desideri fanno male. Non sono certa di sapere ciò che voglio. Forse se potessi capirmi con certezza allora avrei ancora il coraggio di lasciarmi andare, di desiderare. Ma mi sembra così difficile arrivare a me stessa. A ciò che c’è sotto ai condizionamenti, alle aspettative, alle pressioni, al conformismo, agli affetti, ai doveri e al resto. Forse ormai è tardi per cercare sotto la superficie, forse è meglio lasciar perdere. Eppure credo che una vita diversa sia possibile, meno obbligata, meno soffocante, meno conformista. Non una vita estrema. Ma una vita libera. Libera nelle cose quotidiane, libera nei dettagli e nell’insieme. Nella libertà avrei il coraggio di credere. Eppure mi sento paralizzata e confusa.