Il volo da Catania deviato a Orio per via di un temporale su Linate. In attesa di un inarrivabile mezzo alitalia che mi riportasse a Milano guardavo lo scrosciare assordante della pioggia, grigio e ostile, piovermi intorno, con sullo sfondo quello che senza non dubbio non è tra gli scali più suggestivi d’Italia. Succede che giorni così frenetici ti tolgano il tempo di pensare, succede di metterti a letto la sera tutta sola in un posto lontano geograficamente e in molti altri sensi, e di addormentarti tra pensieri confusi e frammenti che si incollano insieme a casaccio. E poi di colpo sei lì in piedi sotto la pioggia e cerci di ritrovarti. Le cose che contano, le frivolezze. Le cose che verranno e quelle che se ne vanno. Di nuovo mi rendo conto di come questo settembre segni una linea. Qualcuno prenderà il mio posto. E io prenderò il posto di qualcun altro, in qualche altro luogo. E mentre il cielo si scioglie in una pioggia battente che satura l’asfalto viaggio verso casa. E poi le nuvole si diradano. E poi sbuca fuori un po’ di sole. E c’è ancora un speranza d’estate dentro i miei occhi. Grandi. Tornando a casa.
2 commenti:
Guai, davvero, se non avessimo almeno una speranza. Almeno una.
con o senza la speranza dell'estate, settembre nn è mai così male.
nn trovi?
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