Della neve non resta traccia alcuna. La mattina si è svegliata scricchiolante di brina sotto le scarpe e sui vagoni merci fermi sui binari. L’inverno è ovunque. Sui rami spogli, sui fili del tram, nella luce bianca del pomeriggio, sulla punta fredda delle mie dita. Un attimo di distrazione e mi sono ritrovata immersa in una nuova stagione. Sto ancora cercando di comprendere la misura del cambiamento. Sto ancora cercando di mettere a fuoco gli sconvolgimenti emozionali di questo nuovo scenario.
Ieri sera ho spento la luce e mi sono raggrumata sotto il piumone. Ho chiesto all’inverno di cambiarmi. Perché al momento la cosa che più mi spaventa è il restare uguale a ieri. La luce del giorno fa vedere le cose in modo diverso. Forse l’inverno non potrà cambiarmi. Ma questo cielo bianco e glaciale può essere lo sfondo adatto su cui muovermi, sui cui essere migliore. Ho bisogno di togliermi di dosso delle cose di me, ho bisogno di gettarle lontano, alle spalle, per potermene dimenticare. Ne ho bisogno e ne ho molta voglia.
Ho molto da scrivere, questi giorni sono intensi. Sentimenti, cose, pensieri, premesse e conclusioni, avvenimenti, speranze e delusioni. Tuttavia posso rimandare. E lasciare questa pagina alla sola promessa, all’inverno e a me stessa, di lasciare al passato gli strascichi dei miei guasti nucleari, di essere nuova, migliore. Solo da un inverno si può rinascere. E questo è il mio. Punto.
3 commenti:
da sempre l'inverno è la stagione in cui si scrive di più e meglio... sarà l'effetto "nido" (per utilizzare la tua bella metafora)... sarà causato dal freddo che impedisce alle idee di svaporare fuori dalla testa...
aspettiamo i risultati...
;-)
Magari un inverno ci potesse cambiare. Anch'io lo chiederei subito, così come l'ho chiesto tante volte.
Forse non l'ho chiesto con abbastanza intensità.
sono belle le cose che scrivi, spero che la rivoluzione che aspettti arrivi presto in te.
un saluto,
A.
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