Sto lavorando alla tesi. La terza. Specializzata in materie assortite. Sono immersa fino alle ginocchia nell’ennesima formalità, perché di questo si tratta. Formalizzare i risultati di tre anni di lavoro, trarre le conclusioni. Tre anni sono lunghi e troppo brevi allo stesso tempo, soprattutto se capitano tra i 26 e i 29. Soprattutto se capitano tra l’autodistruzione e la via della maturità. Prendono forma le pagine, una dopo l’altra, formatto i grafici, lascio lo spazio per le immagini e i riferimenti e non ho ancora scelto un formato. Prendono forma le pagine dicevo, ma forse dovrei scrivere altro. Dovrei scrivere di me, di cosa sono stati davvero questi tre anni. Dovrei farci un libro. Dovrei. Un allegato da consegnare insieme alla tesi, in coda alla bibliografia, Personals.
A piedi nudi. Accendo un bastoncino di incenso che mi ha portato lui dal Nepal. Ho sete. Accendo lo stereo. ON. Sul piatto è restato dall’ultima volta un cd che mi ero regalata qualcosa come un secolo fa. Mi va. Mi rimetto a scrivere la tesi, quella da consegnare dico. Il resto lo metto lì. Insieme a tutte le altre cose che prima o poi devo fare. Muovo i piedi nudi sospesi sul parquet e le dita sulla tastiera.
1 commento:
ti immagino, sai, mentre sei lì, coi piedi sospesi, e i polpastrelli che toccano i tasti neri (ma, a pensarci bene, potrebbero essere anche bianchi.. no, io credo siano neri).
è tempo di tesi per tutti.
se abitassimo più vicine ti direi "ehi, vieni a scrivere la tesi da me?". ne condivideremmo gioie e dolori. prenderemmo qualche pausa dalla scrittura con the caldo e biscotti... :)
io, a dire il vero, sono più curiosa di leggere il libro in allegato che vedere i grafici sulle materie assortite... ;)
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