E' ancora buio. Completamente. Buio come fosse notte. Ma senza stelle. Ma senza sogni. Piove. L'acqua scivola sul vetro e distorce i contorni. Ho in testa solo pensieri sbagliati. Distorti. Irreali. Da maneggiare con attenzione. Da desiderare e temere. Da dimenticare. Parole da lasciare taciute, non dette e, si, dimenticate. Parole che sembravano instense nel buio ma che svaniscono alla luce del giorno. Resta addosso un vago ed inspiegabile senso di smarrimento.
7.00 p.m.
Non ha smesso di piovere neppure un attimo. E' cambiata la luce, i toni più scuri, i grigi e i blu del cielo più cupi. Ho affidato al vento la mia richiesta di un pò di magia. E non ho raccolto che silenzio e vuoto. Le parole sono solo virtuosismi della mia immaginazione. Immaginarie. Ma credo che anche ciò che è immaginario - immaginato - abbia in se qualcosa di reale. Un pensiero. Un seme. Un bagliore, un atomo, il seme rale dell'immaginazione in mezzo alla distesa del concreto. Non mi fingo migliore di questa debolezza che mi appartiene (Infantile. Ridicola. Inutile.). Perchè non può essere neppure descritto il sapore (reale) che lascia sulla labbra questa sensazione (immaginata) (immaginaria). Al punto che non so (o non voglio) distingure ciò che è intuito, ciò che è frainteso, ciò che è vero, ciò che non esiste.
1 commento:
Ció che non si può dimostrare non esiste, mi disse qualcuno scorrento la sua presentazione in power point.
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