Per fortuna non ho mai creduto di conoscermi davvero. Altrimenti ora sarei delusa, altrimenti ora sarei ancora più confusa. Non ho mai creduto di capire fino in fondo i miei occhi riflessi, quindi tutto sommato non sembra così assurdo. Non riuscire nè a leggermi nè a scrivermi. A capire le parole. A comprendere.
Mi frugo dentro con la punta delle dita. Dita fredde di inverno e vento mentre cammino per le vie del centro che spengono le luci di questo Natale. Frugo. Cerco. Immagino e non so. (Non so. Non so).
Cosa conta davvero. Cosa voglio davvero. Quell'idea del tempo che sfugge, che fa pressione. Prendo tempo ma non serve davvero. Un codardo temporeggiare.
Mi sento come contorta, intricata, ingarbugliata. Confusa. Dalla testa ai piedi. Dai capelli agli occhi, dalle stomaco alle dita delle mani, alle mie cavolo di ginocchia ossute. Non so.
E frugo. Mi martello di domande. Cerco. E qualcosa scopro. Piccole cose. Dettagli. E forse è dai dettagli che posso capire che fare. O forse devo rinunciare e fare senza capire cosa sto facendo.
Non lo so. Pensavo fosse più facile. Ma forse sono io.
Nessun commento:
Posta un commento