Mi chiedi che sapore ha la neve di marzo. Ha il sapore che immagini. Come se l’inverno non volesse lasciarmi andare. Come se ci fosse qualcosa che ancora mi trattiene, qui. La cosa strana è che vorrei non finisse. Forse sono io che mi aggrappo all’inverno e a questo cielo denso di nubi. Per quel modo che ho di resistere al cambio delle stagioni. Come se uccidessi una parte di me stessa ed ne abbandonassi il cadavere nella terra della stagione passata, a diventare polvere, a lasciarsi dimenticare. L’inverno incede verso la primavera. Il presente diventa passato. Il passato passa comunque. Ma non vuol dire sia facile lasciarlo andare.
Mi chiedi che sapore ha la neve di marzo. E forse non ha neppure sapore. Cade. Smette. Riprendere. Fiocchi piccoli che fluttuano nell’area secondo percorsi sbagliati, contorti. A terra non resta nulla. Come se la stessimo immaginando questa neve. Come se neppure nevicasse.
La terra la assorbe, la cancella. Senza farsi sorprendere. La terra che ha fretta si sbocciare. Impaziente. Si nutre del nostro passato di polvere e prepara una nuova primavera.
Mi chiedi che sapore ha la neve di marzo. E forse non ha neppure sapore. Cade. Smette. Riprendere. Fiocchi piccoli che fluttuano nell’area secondo percorsi sbagliati, contorti. A terra non resta nulla. Come se la stessimo immaginando questa neve. Come se neppure nevicasse.
La terra la assorbe, la cancella. Senza farsi sorprendere. La terra che ha fretta si sbocciare. Impaziente. Si nutre del nostro passato di polvere e prepara una nuova primavera.
1 commento:
Bellissimo questo post!Sentitissimo :)
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