domenica 13 gennaio 2008

La cura. E di me. Domenica.

Domenica. Ho freddo nella mia pelle questa mattina. Ma piano comincio a sentirmi meglio. Sento anche rabbia, dolore, amore, tenerezza, dolcezza e molto altro. Oltre a quella tristrezza stanca e sorda che mi soffocava gli occhi. E l'anima. Sebbene anima sia una parola abusata oltre misura.
La cura. Ieri sono andata a nuotare. L'acqua è decisamente il mio elemento. Finalmente leggera, senza peso e senza forma. Galleggio. Mi sfinisco di vasche mentre i pensieri si sciolgono nel vapore e nel cloro. E una doccia bollente lava via poi quello che resta della mia amarezza. Un sorriso. Finalmente.
Ieri sono stata a fare la spesa con lui. Mi piace fare la spesa. Mi piace farla insieme. Pistacchi. Mi piace quando compriamo i pistacchi e li mangiamo in macchina insieme.
E anche se la serata mi ha portato a fare riflessioni sull'amicizia che mi sarei volentieri risparmiata mi ha fatto anche pensare che in fondo non ho bisogno d'altro che di quello e ho [...].
L'amizia dicevo. L'amicizia è, per me, una delusione che perpetra se stessa all'infinito. E io, scema, ogni volta di resto male come la prima volta. L'amicia sarà mai esistita? Mi chiedo. E non potendo più riporvi speranza e fiducia (non nella misura che desidero comunque) non mi resta che scommettere sull'amore. E in effetti ci scommetto tutto quanto.
Domenica. Scendo in cucina e metto il bollitore sul fuoco. Fiori continua a piovere. Sembrava smettesse e invece ha ripreso, più forte. Appoggio la fronte sul vetro freddo e rimango a guardare.
Darmi una mano. Non ho mai pensato che potesse essere semplice ed immediato. Non lo è. Chiudo gli occhi un secondo e ascolto il rumore silenzioso di questa domenica. La domenica è un giorno particolare, sospeso tra la morbidezza delle tue mani calde e la scabrezza del lunedì mattina. È un giorno in cui ascoltarmi e galleggiare è un dovere oltre che un diritto. Verso l’acqua bollente sul te verde mela&cannella. Il profumo speziato e famigliare riempie l’aria e colpisce la mia immaginazioni. Sa di morbidi pomeriggi di tranquillità e silenzio, sa del calore di un immaginario fuoco acceso. E di me.
Il lavoro ammicca minaccioso dallo schermo del portatile acceso. Incombe silenzioso ma implacabile. Ora arrivo, solo cinque minuti. In fondo è domenica.

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