Gli occhi grandi e aperti persi dentro questo cielo bianco. Pensieri che gocciolano addosso senza rumore, come questa pioggia sottile. Novembre, che porta sulla labbra il sapore amaro delle conclusioni e il sapore sconosciuto delle promesse.
Succede a volte che non servano a nulla le premesse. Le poche righe iniziali in cui si mettono, per così dire, in chiaro le cose. Tu ascolti, annuisci ma poi pieghi il foglio in quattro e lo infili tra le pagine di qualche libro. Quando sarà il momento ci penserai. E, alla fine, quel momento arriva. E nel frattempo tu ci hai creduto, tu hai sognato, fatto e disfatto, ci hai messo la tua passione, la tue energia e tutto quando potevi. Di te. Poi apri il foglio e le premesse sono rimaste immutate. E ti accorgi di aver creduto nell’incredibile. Di aver lottato per cambiare cioè che non può cambiare. E non puoi prendertela con nessuno che non sia te stessa. E con le tue illusioni. Succede.
Giorni come oggi non passano mai. Giorni in cui rallenti fino quasi a fermarti. Giorni in cui riesci quasi a far scorrere il tempo all’indietro pur di riuscire a ritardare ancora un po’ il momento di andare oltre. Avanti. Ma nell’istante stesso in cui hai messo a fuoco l’incalzare dell’inevitabile ci sei già andata, oltre. E così. Via.
2 commenti:
A volte se ne vorrebbe fare a meno, di andare avanti: e non solo per poco.
Ma la vita ti ci spinge a calci nel sedere.
Le premesse...
accontentiamoci del giorno per giorno,
che già non sarebbe male...
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