mercoledì 12 novembre 2008

Partire

Un sera di pioggia. Il buio e il freddo dell'inverno che si insinua lento tra i pensieri. Voglia di partire. Di viaggi. Di città fredde in cui congelarsi la punta delle dita per sciogliarle attorno ad una tazza enorme appoggiata al tavolino di un bar. Se potessi partirei. Scarabocchi sopra i fogli. Orecchie agli angoli della pagine di un libro. Gamla Stan. Inishmore. Nyhavn. Immagini che riempiono la memoria di sensazioni. La vita accelera in questi giorni. Ma se potessi partirei. Per sentirmi straniera. Per perdermi nelle parole incomprensibili delle lingue e dei dialetti. Mangiare cibo strano. Bere birra ghiacciata nonostante la temperatura sotto zero. Addormentarmi rannicchiata dentro piumoni bianchi in letti senza lenzuola. Svegliarmi nella luce strana che ha l'alba muofendosi verso nord. Come un uccello migratore al contrario. Voglia di partire. Di sentirmi libera. Libera in quel modo in cui ci sente.
...

3 commenti:

Sonic Young ha detto...

Partire per sentirsi stranieri.. per incontrare le persone che si cercano e scoprire i posti che si sognano.

tizi ha detto...

Deve essere questo inizio inverno clemente e pigro, che sembra volerci soffocare, a spingerci tutti a desiderare una fuga...

buИCiA ha detto...

anche io. subito. ora. zaino. o valigia. libri e musica. amici. e via. via, via, via.